Basilicata, caccia al cinghiale chiusa: ma sono sempre troppi. Ai confini, a Salvitelle, colpito esemplare di circa 2 quintali

Chiusa dal 31 dicembre scorso la caccia al cinghiale, dopo tre mesi di battute autorizzate e centinaia di cinghiali abbattuti. Ma non basta per i cacciatori, che chiedono agli Enti preposti di aprire la caccia, visto che di esemplari, sia in Basilicata che nella vicina Campania, ce ne sono tantissimi. Addirittura, sempre più spesso, si avvicinano ai centri abitati, anche in terra lucana. I cacciatori hanno avuto a disposizione tre mesi, dal 1° ottobre al 31 dicembre, cacciando per tre giorni a settimana (mercoledì, sabato e domenica). Ma non manca il malcontento tra di loro. Chiedono infatti che la caccia al “Sus scrofa”, meglio conosciuto come cinghiale, venga riaperta. Sono decine di migliaia gli esemplari in Basilicata, cresciuti in dismisura negli ultimi anni. La Regione ha adottato dei provvedimenti, ma a quanto pare non basta. Bisognerebbe, magari, prorogare la caccia. Non mancano le lamentele dei tanti cittadini che, a causa della presenza dei cinghiali -particolarmente di notte nei terreni- si vedono distrutti i vari orti. I danni sono tantissimi, per non parlare degli incidenti causati alle auto. Cinghiali non proprio comuni, ma anche di grandi dimensioni quelli presenti negli ultimi anni. Basti pensare che a pochi passi dalla terra lucana, a Salvitelle (a pochissimi chilometri da Vietri di Potenza), nel giorno della chiusura della caccia è stato abbattuto un cinghiale enorme (in foto) di oltre 180 chili. Un grosso esemplare, se si pensa che il peso medio di un cinghiale nel centro Sud Italia varia tra gli 80 e 90 chili. Una chiusura col “botto” a tutti gli effetti, grazie alla squadra denominata “I Meticci”. Ma non basta. I cacciatori vogliono modifiche al calendario e chiedono la riapertura della caccia. 

Claudio Buono

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *