“La Rateta” a cura di Valentina Spagnuolo a Tito. Domani la performance itinerante per dire no alla violenza sulle donne

“Il teatro ha la funzione di far rivivere un’emozione, un sentimento, una gioia o una paura, come in questo caso. E attraverso il teatro io mi sento di voler essere vicina alle vittime di violenza, di dare un mio contributo, di urlare forte il mio NO, semplicemente ricordandole, cercando di capire cosa spinge noi donne a credere che comunque la persona che abbiamo davanti possa cambiare e possa migliorare”. (V. Spagnuolo) Sabato, 25 Novembre 2017, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Associazione Sotto il Castello di Tito con il contributo del Comune di Tito (Pz) e con il patrocino della CRPO Regione Basilicata, presenta la performance itinerante La Rateta a cura di Valentina Spagnuolo, che vedrà protagonista la stessa Valentina Spagnuolo insieme all’attrice Elisabetta Onnis. L’appuntamento è alle 19 a Tito, davanti la Chiesa Madre in Largo Settentrionale e ci si sposterà verso la sede dell’associazione. Si tratta di una performance teatrale mobile, in cui il pubblico si muove e cammina nello spazio occupato dalle attrici. La pièce prende il nome da una favola popolare spagnola, che racconta la storia di una topolina che tra tanti pretendenti sceglie di sposare un gatto, contro il parere di amici e parenti. A chiunque le faccia notare che il gatto la mangerà, lei risponde che mangerà altri topi, ma lei mai: il gatto la ama. Dopo poco le nozze, il gatto la mangia. Da questa favola, macabra, letta nell’introduzione a Malamore di Concita de Gregorio, Valentina Spagnuolo parte con una sua ricerca sulla violenza di genere e ne racconta la parte intima e quella pubblica. Sotto il Castello, come associazione, si impegna a combattere ogni tipo di violenza e a contrastare gli stereotipi di genere: “Ogni nuovo caso di femminicidio suscita sdegno in ognuno di noi, ma è come se rimanesse sempre un episodio estraneo – lontano – qualcosa che ci tocca, ma allo stesso tempo sentiamo distante. Pensiamo sempre che non potrebbe mai capitare a noi. Lo pensavano, forse, anche le vittime di violenza riprese in questa performance. Nella favola La Rateta – La topolina – tra tutti i pretendenti, sceglie il gatto pur sapendo che verrà mangiata. Perché? Non cerchiamo di trovare una risposta, ogni donna conosce la sua storia e la sua vita. Cerchiamo solo di creare un momento di riflessione per poter urlare tutti insieme, uomini e donne, il nostro no alla violenza”. 

(comunicato stampa)

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