A Muro Lucano successo per la prima edizione di “Valorizzando”

Successo a Muro Lucano per la prima edizione di “Valorizzando”, organizzata dal Comitato “Un Muro Contro il Petrolio”

Niente contro Parigi e Bari ed il famoso motto che le accomuna, l’altro giorno invece sono stato a Muro Lucano. Straordinaria e sana giornata, per me, ho appena iniziato a conoscere un territorio davvero eccezionale, ricco di tante peculiarità e meraviglie che se, effettivamente, ci fosse pure il mare, sarebbe da dire al buon Dio: ”Senti, ma non ti sembra di essere stato un tantinello scorretto, nei confronti degli altri territori?”. Il Cuore del Sud, la Lucania, batte forte lì e del mare a Muro, proprio se ne può fare tranquillamente a meno. Anzi, se non sopportate l’afa ed il caldo opprimente, le code in strada e il carnaio di gente nei posti di mare in estate, l’ideale è proprio passare quei giorni in questi luoghi, stracolmi di storia da Annibale sino ad oggi, di cultura, di bellezze naturali, facendo escursioni dai panorami mozzafiato, in posti ben tenuti, dalla spettacolare scenografia orografica mixata alla genialità dell’uomo, che nel tempo vi ha costruito ponti (che non cadono, si può star sicuri, perché costruiti ad arte e con la mentalità giusta per farli durare), dighe, mulini, sentieri ricavati dalla roccia scalino per scalino con duro e paziente lavoro. E grotte naturali, laghetti, boschi e prati intatti, con una varietà di flora stupefacente. Per non parlare della fauna, che dimostra chiaramente la salubrità e la purezza dei luoghi: granchi di fiume, introvabili in altre zone che non siano incontaminate, rapaci di diverse varietà che si ripopolano, liberi di agire indisturbati e lontano dalla mano dell’uomo invidioso della loro capacità di volo e della loro libertà, e persino la Cicogna Nera, esemplare che se ne conoscono in tutto una dozzina, e che da tutto il mondo attirerebbe in visita milioni di naturalisti e“birdwatching”, da sola. Dimentico qualcosa, sicuro, ho visto ancora poco, ma non posso fare a meno di segnalare le produzioni, l’agroalimentare. Si coltiva anche lo zafferano, con superfici sempre più ampie data la crescente richiesta, si è forse capito che non serve solo per il risotto, ma è buono un po’ ovunque se non proprio da solo come tisana dai molteplici benefici; sino alla patata di montagna, che a chi la assaggia per la prima volta fa dire: ”ma come l’hai condita, che ci hai messo?”, passando per latticini e formaggi, pane e paste, olio, vino e tanto altro di qualità eccellenti, dove cioè ancora si sente, per chi come me ha avuto la fortuna di sperimentarlo diverse volte, la sapienza, l’arte, la capacità creativa dell’Uomo che, giusto in ultimo, ancora ha dei valori, qui. Si cura del suo territorio, se ne preoccupa, ci tiene, a conservarlo intatto e a non farlo danneggiare, da chiunque esso sia, speculatori di vario genere, potenza economica e provenienza. Ne studia la storia, la approfondisce e, dispendioso, ne fa dono, conscio della importanza che può avere la conoscenza del proprio passato per tutti, sempre maestro del miglior futuro possibile. Belle persone, in posti belli.

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