La Basilicata in Romania: a Bucarest una piattaforma on-line per la vendita dei prodotti alimentari lucani

Una piattaforma on line – www.alimenteitalia.com  – è nata a Bucarest per iniziativa dell’Associazione Lucani nei Balcani per la vendita dei prodotti alimentari lucani di qualità prima di tutto ed Italiani più in generale. L’iniziativa ha il nome della società “Origini Lucane” che da tempo a Palazzo Italia, quartier generale dell’Associazione, svolge iniziative di promozione e commercializzazione dell’alimentare lucano. L’obiettivo, facendo scuola formativa-laboratori, stage, presso il ristorante ad opera di Enza Barbaro, e’ quello di spiegare le caratteristiche dei nostri prodotti, i vantaggi salutistici della dieta Mediterranea. L’area di vendita oltre alla Romania è quella dei Paesi Balcanici. La piattaforma – spiega Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia, incubatore di imprese  e centro di import-export- e’ un’esigenza di distribuire in maniera corretta informazioni, formazione e prodotti e per rafforzare ”la cultura del mangiare sano”. Abbiamo iniziato la promozione e stiamo lavorando a sessioni di formazione per docenti, genitori e bimbi della quarta classe, scuola  primaria, proprio per sensibilizzare ”il metodo giusto” di alimentarsi con il Made in Lucania ed in Italia. Questo in breve ma sono in cantiere  altri corsi formativi ponendo a disposizione degli imprenditori Lucani ed Italiani, il nostro know-how  per l’inserimento sul mercato di prodotti preventivamente da noi testati. L’informazione e la vendita on line tornano centrali: oltre il 91% degli italiani si dichiara interessato – e diversamente da quanto accade nel resto del mondo -, a guidare la spesa del consumatore italiano non è il prezzo ma fattori qualitativi come trasparenza delle informazioni (94,4%), funzionalità (88,4%), salute (84,6%), eticità (83,5%). A questi si aggiunge l’italianità, valore per il quale il consumatore è disposto a pagare qualcosa in più (85,5%), in linea con un fenomeno globale di domanda di italian food che dal 2010 al 2015 è cresciuto nel mondo del 36,5%. La combinazione di questi fattori è totalmente soggettiva e pragmatica e genera perciò una pluralità di scelte e un mix di soluzioni e canali: cibo pronto e semipronto (utilizzato da oltre 31 milioni di italiani), cibi salutisti (26 milioni), take-away acquistato online (19,4 milioni), alimenti e bibite nei distributori automatici (25,3 milioni). Senza romanticismi o pregiudizi ideologici: pragmaticamente, appunto. Ma anche consapevolmente: il consumatore, avendo ben chiaro cosa vuole dal proprio cibo, si informa; e lo fa prevalentemente in rete (57%, percentuale che sale al 74,2% nel caso dei Millennial). Ad acquistare cibo in rete sono ancora pochi, ma la tendenza complessiva è in crescita. Altro fattore guida è la marca: il 67,3% è disposto a pagare di più per i prodotti della marca di fiducia. “È interessante notare – commenta Baldantoni -come, più si ampliano offerta e canali, e più la marca assuma un ruolo di guida e di garanzia: gli europei, compresi i Millennial, sono disposti a pagare di più per il prodotto di marca, soprattutto quando comprano alimenti salutistici. Del resto – aggiunge – i dati del record storico nelle esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy che nel 2016 hanno raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 38,4 miliardi di euro, grazie a una crescita del 4 per cento, rafforzano di significati l’iniziativa degli “ambasciatori” all’estero del “made in Basilicata”. Il Mezzogiorno ha dato il suo contributo alla crescita dell’export alimentare. Quasi un quarto, circa il 20%, per un valore di oltre 6 miliardi e mezzo, è partita dal Sud. Pasta, vino, formaggi e olio d’oliva, prodotti nel Meridione e nelle isole sono stati serviti in molte tavole del mondo. Il record fatto segnare sulle tavole straniere è significativo delle grandi potenzialità che ha l’agroalimentare italiano che traina la ripresa dell’intero Made in Italy.

 

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