Dopo l’articolo di Basilicata24 il presidente scrive a tutti gli associati: “Avis Basilicata modello unico in Italia”. E si muove anche la politica

“L’insinuazione efficace è quella che riferisce fatti di per se privi di valore, ancorchè non smentibili perché veri”: si apre con questa citazione di Umberto Eco la lettera di Rocco De Asmundis, presidente di Avis Basilicata, che ha scritto a tutti i soci dell’Avis regionale a seguito dell’articolo-inchiesta (QUI L’ARTICOLO) pubblicato dal sito d’informazione lucano Basilicata24.it, che nell’articolo ha parlato di fatture sospette e affari di famiglia. Mentre si muove anche la politica. Infatti in mattinata il consigliere regionale, Giannino Romaniello, ha rilasciato queste dichiarazioni al sito Basilicatanet.it: “In considerazione di un recente articolo pubblicato sul portale della redazione giornalistica Basilicata 24, che mette in luce storie di ‘fatture sospette, rincari anomali dei bilanci dell’Avis regionale, di doppi incarichi per dirigenti”’tra cui anche operatori dell’Asp e quindi del servizio pubblico, è necessario in maniera urgente fare chiarezza”. “La Giunta regionale non può mostrarsi indifferente”. Per questo Romaniello -si legge- chiederà di audire nella quarta Commissione consiliare permanente l’assessore alla Sanità, Flavia Franconi, “per fare chiarezza e affrontare la questione in maniera trasparente. “È doveroso da parte del governo regionale rendere la questione trasparente, in primis per il rispetto di quel patrimonio umano caratterizzato dalle svariate migliaia di volontari che con le loro donazioni di sangue, garantiscono un’importante percentuale di donazioni in proporzione al numero dei nostri corregionali e in secondo luogo, se pur non per ordine di importanza, per la tutela della salute pubblica dei cittadini”. L’Avis Basilicata non ci sta. Le accuse sono già state rispedite. Di seguito la lettera del presidente De Asmundis. (Claudio Buono)

Rocco De Asmundis, presidente Avis Basilicata

Rocco De Asmundis, presidente Avis Basilicata

Cari Presidenti, carissimi Donatori tutti. Ho voluto iniziare con una citazione per dare l’idea di come, partendo da fatti assolutamente veri ed incolori, si possa montare, sfruttando l’effetto tam tam dei mezzi mediatici, una campagna di insinuazioni, di “forse” di “interrogativi” maliziosi o capziosi. Non devo difendere il mio mese di presidenza o il biennio di chi mi ha preceduto, devo difendere l’AVIS e basta. Lo devo fare in modo esplicito per evitare che le cose non dette possano dar luogo ad ulteriori dubbi, malevolenze o calunnie. Ventiduemila associati, cinquecento dirigenti o attivisti, presenza in cento sedi comunali della Basilicata, trentamila sacche donate, centoquaranta collaboratori medici e infermieri impiegati annualmente in duemila sedute di raccolta sul territorio, venti dipendenti, un milione di chilometri percorsi…… questa è la vostra AVIS di Basilicata. Certo, si dirà, ma come viene gestita? Siamo certi che a tanta bellezza corrisponda altrettanta correttezza nella amministrazione e nelle scelte che vengono operate. Dirò che le nostre porte non sono aperte, di più: sono spalancate. Non solo, come è ovvio, alle autorità che sono demandate ad effettuare controlli, ma anche a chi fa informazione ed a tutti coloro che abbiano un benché minimo interesse o semplice curiosità. Non può essere diversamente, ma certi concetti debbono essere sottolineati e ribaditi quando si insinuano “affari di famiglia” o “sospetti” di scarsa trasparenza. Dipendenti e collaboratori sono stati selezionati con criteri di professionalità e funzionalità alle esigenze dell’Associazione. Se dovessi rifarle oggi, rifarei tutte le scelte fatte in passato: abbiamo un patrimonio umano e professionale di primissima qualità. E su questo non accetto lezioni da nessuno. Il modello Avis Basilicata è, unico in Italia per presenza capillare sul territorio, quello che garantisce la più alta percentuale di donazioni rispetto alla popolazione. Ribadisco che vogliamo mantenerlo così com’è, perché oltre a rispondere alla mission di fornire  un bene insostituibile come il sangue, costituisce il patrimonio sociale ed associativo più importante nella nostra regione. Gli acquisti rispondono a criteri di economicità? (Perché di questo dobbiamo rispondere e non di rapporti di amicizia o di parentela che possono essere solo oggetto di pettegolezzo o di basse insinuazioni). Di norma vengono richieste offerte a più fornitori e le scelte vengono effettuate con criteri di economicità. Cito per tutti l’esempio delle due autoemoteche, che abbiamo acquistato recentemente, al prezzo complessivo di duecentoquarantamila Euro, con un risparmio di trentamila euro rispetto ai prezzi praticati da ditte concorrenti. Questa è cura del patrimonio associativo.  Localmente, e mi sono buoni testimoni i dirigenti territoriali, stiamo sostenendo le sedi in crescita ed approvvigionando attrezzature e tecnologie (autoemoteche, poltrone, bilance elettroniche, software ed hardware, strumenti vari per il prelievo ….) a completamento di ciò che occorre per l’accreditamento alla raccolta del maggior numero possibile di sedi comunali.  Questa è la nostra Avis, di cui andare tutti orgogliosi, patrimonio indiscutibile di solidarietà e di associazionismo per tutta la popolazione di Basilicata. E tutti insieme, a cominciare da me, i consiglieri di Avis regionale, i consiglieri delle Avis provinciali e ciascuno dei ventiduemila avisini saremo pronti a dare prova di responsabilità e di coesione.  Sapremo volare alto.

Rocco De Asmundis
Presidente Avis Regionale Basilicata

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