La sanità lucana ha accumulato un debito con i propri fornitori di almeno 147,4 milioni di euro pari a 255 euro pro-capite. Sono dati riferiti al 2013 (ultima rilevazione disponibile) e sollecitano misure urgenti tenuto conto che – si legge in una nota di Sanità Futura – che anche le strutture sanitarie private accreditate sono debitrici del Servizio Sanitario Regionale di prestazioni erogate con la differenza, non certo marginale rispetto ai fornitori, che non saranno mai pagate. Quali sono le ragioni che hanno determinato l’accumulazione di un debito così imponente? A tentare una spiegazione ci ha provato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: “Se da un lato le Asl pagano con molto ritardo, è anche ormai noto che in molti casi le forniture vengono acquistate ad importi superiori ai prezzi di mercato e con forti differenze a livello regionale. Se, come ha avuto modo di denunciare nel novembre scorso il ministro Beatrice Lorenzin, nella sanità si annidano circa 30 miliardi di euro di sprechi, è verosimile ritenere che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche modo riconducibile alle distorsioni sopra descritte. In altre parole, non è da escludere che tra le parti avvengano degli accordi non scritti per cui le Asl o le case di cura impongano ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli, ad esempio, praticati nel settore privato”. Per quanto concerne i tempi medi di pagamento praticati nel 2014 e riferiti alle sole forniture di dispositivi medici (Fonte: Assobiomedica), in Basilicata il saldo della fattura è avvenuto mediamente dopo 136 giorni nello scorso guadagnando qualche giorno rispetto al 2013 (142 giorni).Probabilmente, un contributo importante alla riduzione dei tempi di pagamento potrebbe avvenire con l’introduzione della fattura elettronica. La legge, infatti, ha stabilito che dal prossimo 31 marzo tutta la Pubblica Amministrazione (PA) non potrà più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. Inoltre, a partire dal 30 giugno di quest’anno, le PA non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica. L’emergenza e la drammaticità della situazione, determinata innanzitutto dall’inadeguata programmazione regionale e dalla sottrazione dei risparmi generati dallo stesso settore per le prestazioni specialistiche ambulatoriali – si legge ancora nella nota di Sanità Futura – producono inevitabili conseguenze negative immediate sull’utenza, sul personale e sulle stesse strutture. La vera e propria emergenza ha dunque concreti e devastanti risvolti in termini di disagio per i cittadini, andando ad accrescere la già pesante situazione delle liste di attesa, oltre a determinare un vero e proprio tracollo delle strutture che si vedono costrette a ridurre il personale e comunque le ore di attività (come in alcuni casi è già avvenuto). Due evenienze che – hanno sottolineato i dirigenti di Sanità Futura – l’associazione è fortemente impegnata a risolvere, ma che richiedono azioni, provvedimenti e misure urgenti da parte dell’assessorato e delle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera. Noi siamo disponibili a raccogliere la sfida del cambiamento e lo abbiamo dimostrato con il progetto di “Quattro Torri/strutture polifunzionali” da individuare nei territori limitrofi a Campania, Puglia e Calabria. Solo lo 0,20% del totale della produzione sanitaria di Puglia e Campania “intercettata” dalle strutture lucane trasformerebbe l’attuale saldo passivo in un saldo attivo per le casse della Regione di circa 200 milioni di euro. Come? Con i Pac organizzati per patologie sistemiche (diabete, ipertensione, menopausa, screening della tiroide, ecc.) e con una dotazione tecnologica e professionale organizzata in modo efficiente e moderno (imaging, laboratorio, Itc, ecc.). Le cosiddette “Quattro Torri” dovrebbero essere necessariamente delocalizzate rispetto al centro della regione ma restando strettamente connesse al sistema ospedaliero regionale e consentire l’appropriatezza del sistema offrendo servizi “all in day” (in un solo giorno) soprattutto di prevenzione per evitare i più costosi ricorsi al ricovero ospedaliero. Tra le altre caratteristiche individuate, l’appropriatezza di sistema, la versatilità delle possibilità di offerta sanitaria, la flessibilità rispetto al mutare dei bisogni epidemiologici, l’economicità delle prestazioni ambulatoriali complesse rispetto alle degenze, la connessione con il sistema ospedaliero. Non si sottovaluti il fatto che queste aziende: poliambulatori, ambulatori, centri di fisioterapia, laboratori di analisi, ecc., sono essenziali per l’erogazione di prestazioni e servizi che le strutture pubbliche, specie sul territorio e in comuni piccoli e medi , da sole, non sono in grado di garantire e che hanno un risvolto occupazionale pari ad oltre 600 unità tra dipendenti, contrattualizzati e liberi professionisti. Se dunque la Regione e con essa la sanità lucana hanno bisogno di essere governate ed hanno fame di risposte concrete ed efficaci alle troppe problematicità, hanno anche necessità di una svolta nel metodo di approccio nelle relazioni.