Sistema sanitario regionale: secondo le preferenze dgli utenti la Basilicata si colloca a centro classifica

anisap mt 6Toscana, Veneto, Trento, Emilia Romagna e Piemonte. Queste le Regioni con il servizio sanitario migliore. La Basilicata a centro classifica occupa la sest’ultima posizione. Di contro, fanalino di coda è la Campania seguita da Calabria e Puglia. Questo il dato che emerge dalla seconda edizione del Rapporto Crea – Università di Roma Tor Vergata sui sistemi sanitari regionali. La ‘classifica’ – riferisce Anisap Basilicata – è la sintesi delle preferenze apportate dagli stakeholder presi in considerazione (utenti, professioni sanitarie, industria medicale, managment aziendale e Istituzioni), su un set di indicatori raggruppati in 4 grandi aree: Sociale, Economico-finanziaria, Appropriatezza e Esiti. Il progetto, che ha come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo di metodologie di valutazione della Performance dei servizi sanitari, si focalizza su due aspetti: la multidimensionalità della Performance e la composizione delle diverse prospettive di cui sono portatori gli stakeholder del sistema. In sintesi, è stato confermato come il ranking dipenda oltre che dalla prospettiva adottata, anche dal set di indicatori scelto e dal “valore” attribuito ai loro livelli; in particolare è interessante rilevare come il contributo delle diverse dimensioni alla Performance non vari solo al variare della Categoria di stakeholder, ma che per la stessa possa modificarsi nel tempo, adeguandosi al “nuovo” quadro politico e quindi alle “nuove” priorità.  Nel dettaglio, a cinque Ssr è associata una misura di Performance superiore a 0,70 (70% della Performance massima teoricamente ottenibile); a nove Ssr (Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Umbria, Lombardia, Marche, Liguria, Abruzzo, Lazio e P.A. di Bolzano) un valore superiore a 0,60; e a sette, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Molise, Puglia, Calabria e Campania, un valore inferiore o circa pari a 0,50.  Sembrano dunque emergere 5 Regioni “complessivamente eccellenti” (Toscana, Veneto, P.A. di Trento, Emilia Romagna e Piemonte) un folto gruppo di Regioni “con Performance complessive in media accettabili”, e un gruppo di Regioni con Performance complessive progressivamente peggiori, che comprende tutto il meridione, ad eccezione della Basilicata. Per la categoria “Management Aziendale” la misura di Performance varia dallo 0,80 del Veneto allo 0,24 del SSR calabrese. Tutti i SSR delle Regioni del Sud hanno un indice inferiore a 0,55; Veneto, Toscana, P.A. di Trento, Piemonte ed Emilia Romagna hanno valori compresi tra 0,73 e 0,80.  La Basilicata è di poco sotto lo 0,60. Infine, per la categoria “Istituzioni”, la Toscana conserva la prima posizione, seguita dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Il Ssr emiliano recupera una posizione rispetto alla valutazione complessiva, quello ligure ne recupera cinque diventando sesto. Le ultime quattro mantengono invariate le loro posizioni rispetto alla valutazione complessiva. Per la Categoria delle ‘Istituzioni’, la misura di Performance varia dallo 0,80 della Toscana allo 0,27 del SSR campano. Subito dopo la Toscana, seguono con misure di Performance pressoché simili (da 0,61 a 0,65) sei SSR: Veneto, Emilia Romagna, P.A. di Trento, Piemonte, Liguria e Umbria.  Le ultime quattro Regioni, Molise, Puglia, Calabria e Campania, hanno invece indici di Performance inferiori a 0,40. La Basilicata 0,50. Ravvisiamo dunque l’esigenza – è il commento del presidente di Anisap Basilicata Antonio Flovilla – di riattivare quei processi di concertazione sociale che la Legge Regionale di Stabilità 2015 ha introdotto affidando nuovi e più impegnati compiti alle due Asl. Anche allo scopo di superare le difficoltà registrate sinora nei rapporti tra Dipartimento Salute ed associazioni di categoria delle strutture sanitarie private sarebbe necessario, oltre che opportuno – continua Flovilla – un ruolo più incisivo del responsabile politico del Dipartimento Salute che sinora ha brillato per la sua assenza non solo ai Tavoli di concertazione ma soprattutto relativamente alle problematiche che agitano e preoccupano il settore della specialista ambulatoriale accreditata.  Al centro ci deve essere la volontà di ripensare il modello sanitario attraverso un miglioramento della qualità e delle performance della sanità, oltre che della sua sostenibilità, che può essere prodotto solo con una azione di rafforzamento della cosiddetta medicina del territorio, dalla medicina di base, alla assistenza domiciliare, alla prevenzione, alla riabilitazione. Un sistema in cui il paziente è al centro e in cui si trova un connubio tra sostenibilità ed efficienza, tra il costo e la qualità della prestazione. La nostra strategia si basa su una prospettiva di integrazione e collaborazione, dal momento che la flessibilità e la snellezza organizzative e gestionali del settore consentono di ridurre i tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie, nel rispetto delle esigenze di efficienza delle risposte, appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, controllo, coordinamento e razionalizzazione delle risorse, miglioramento degli standard di qualità dei servizi. A tale proposito – ed è la tesi ANISAP Basilicata sostiene da sempre – un progetto organico di integrazione pubblico – privato con la programmazione delle attività in relazione alle esigenze del cittadino consentirebbe di risolvere tante criticità, ivi compresa quella relativa alla giusta allocazione delle risorse ed alla riduzione degli sprechi. Garantirebbe, inoltre, la realizzazione della tanto invocata medicina del territorio, che non può prescindere da un ruolo importante svolto dal sistema accreditato.

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