Allarme siccità, dighe lucane vuote: mai così da 30 anni

Se il buongiorno si vede dal mattino preparatevi ad un’estate a secco come mai. Lo scorso 31 gennaio le dighe della Basilicata hanno registrato i livelli più bassi mai toccati negli ultimi 30 anni e nell’intero mese scorso, solitamente il più piovoso in gran parte della regione, la maggior parte delle aree non è stata bagnata nemmeno da un millimetro di pioggia. Lo studio realizzato dal geologo Giuseppe Pomarico sui dati del meteo e dell’Ente Irrigazione Puglia Lucania e Irpina, ci consegna uno scenario gramo. E poca consolazione può portare il fatto che la situazione, almeno sul versante dlela piovosità, può essere considerata un male comune con il resto del Paese e frutto di quei cambiamenti climatici che affliggono l’intero pianeta.

Il risultato, alla fine è che il livello degli invasi lucani per gennaio è il più basso raggiunto da almeno trent’anni. Venerdì 31 erano invasati circa 255 milioni di metri cubi d’acqua, quasi 150 in meno del già siccitoso 2019. La situazione più grave si registra a Monte Cotugno dove, a distanza di un anno, mancano quasi 100 milioni di metri cubi. Male il Pertusillo (-12 Mmc), malissimo San Giuliano con appena 35 milioni, poco più della metà rispetto allo scorso anno. Il Camastra raccoglie solo 6 Mmc, una disponibilità che, per Potenza e un’altra ventina di comuni serviti dall’impianto, non permetterebbe neanche di cominciare la stagione estiva. Unica diga in leggero progresso rispetto allo scorso anno è il Basentello, con il livello del 2019 però che era stato tra i più bassi di sempre. Preoccupazioni dunque per la Puglia, che «pesca» buona parte delle risorse da Monte Cotugno, ma anche per la Basilicata se non cambia qualcosa ci sono da attendersi problemi e, in particolare, come accennato, sembra difficile la situazione del capoluogo e delle aree vicine.

E qui il problema è amplificato dal fatto che sulla diga del Camastra siano in corso prove tecniche di sicurezza. Dal Ministero avevano assicurato nel novembre del 2018 che sarebbero bastati dai due ai quattro mesi per terminare tutte le verifiche sia sulle sponde che sullo sbarramento così da permettere, di conseguenza, una ripresa dell’invasamento senza alcuna restrizione. Ma la realtà è ben diversa e siamo ancora sotto “limitazione”, tanto che il lago, quando l’acqua c’era (ad inizio di gennaio), è stato ripetutamente svuotato fino agli attuali livelli. Moral della favola, se non termineranno quanto prima prove e controlli non sarà possibile nemmeno raccogliere l’acqua disponibile quando, si spera, pioverà. Già le piogge. Come detto sono state le grandi assenti nel mese che si è concluso. Sul Lagonegrese e la Val d’Agri sonoi caduti appena tra i 20 ed i 30 mm, rispetto ai 200-250 di media del periodo; 8 mm a Potenza rispetto ai 95 della media; 3 mm a Matera contro i 75 attesi; nemmeno un millimetro su gran parte del Metapontino e lungo la costa jonica. Se non cambia qualcosa, l’estate si profila assai difficile.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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