Spopolamento e aumento dei disoccupati: la Basilicata sta scomparendo. L’analisi dell’Ires

La Basilicata continua a spopolarsi e a fare i conti con un mercato occupazionale avaro di opportunità soprattutto per i giovani e le donne. Una corrispondenza biunivoca tra i due fenomeni che rischia di far sprofondare l’intera regione in una condizione di abbandono. lavoro I timidi segnali di ripresa del lavoro registrati tra il 2014 e il 2016 si sono bruscamente interrotti. Siamo in presenza di una flessione e nel contempo si è sensibilmente accresciuto il ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Secondo i dati elaborati dall’Ires Basilicata nel suo ultimo rapporto su economia, occupazione e demografia, nel 2017 gli occupati lucani sono diminuiti del 2,2 per cento rispetto al 2016. La dinamica dell’occupazione è peggiore rispetto al Mezzogiorno in tutti i trimestri e tende decisamente a peggiorare negli ultimi tre mesi. Questo calo ha coinciso con un’ulteriore flessione delle persone in cerca di occupazione (circa 1.800 unità pari al -6,1%); di conseguenza, il tasso di disoccupazione regionale si è ridotto di circa mezzo punto percentuale passando dal 13,3% del 2016 al 12,8% del 2017, a fronte di un calo più contenuto nel Mezzogiorno (dal 19,6% al 19,4%). confronto Uno scenario preoccupante che sarà oggetto di dibattito oggi, alle 10, nella sede della Cgil in via del Gallitello, a Potenza. «Mezzogiorno sul filo» è il titolo dell’incontro in cui si farà il punto sull’economia lucana e sulle prospettive per l’intero Mezzogiorno. Ai lavori, introdotti dal presidente dell’Ires Basilicata, Giovanni Casaletto, interverranno Eleonora Pierucci (docente di Economia politica dell’Università di Basilicata), Michele Somma (presidente della Camera di Commercio di Potenza), Simona Loperte (Ufficio pastorale sociale del lavoro dell’Arcidiocesi di Potenza), Giuseppe Provenzano (Vice direttore Svimez), Angelo Summa (segretario regionale della Cgil) e Riccardo Sanna (responsabile del dipartimento nazionale economia della Cgil). L’iniziativa s’inserisce solco di una lunga serie di appuntamenti tematici di Laboratorio Sud, durante i quali il sindacato ha ospitato, tra gli altri, Camusso, Giannola, Emiliano, Colla, Fracassi, Oliverio e mons. Santoro. fenomeno Il lavoro, dunque, sarà il fulcro dell’incontro. Una situazione che preoccupa anche perché il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salito sensibilimente passando dal 34,2% al 38,1%, vanificando parte del recupero effettuato nel triennio precedente (oltre 20 rispetto al 55,6% registrato nel 2013). All’interno di questo contesto statistico aumentano i giovani che non studiano, né lavorano, né sono impegnati in attività di formazione. Insomma, non fanno nulla e hanno smesso di cercare un impiego. In America li definiscono Neet (Not in education, employment or training), acronimo che è ormai è entrato a far parte del nostro lessico. Quasi un terzo dei giovani lucani under 35 (circa 40 mila in tutto) non lavora pur essendo completamente fuori dal sistema formativo, ponendo le basi per fenomeni sociali molto negativi (esclusione, emarginazione e povertà). Un ulteriore elemento di preoccupazione è costituito dal fatto che la condizione di Neet, generalmente prevalente tra i meno istruiti, si è diffusa con la crisi ai giovani con titoli di studio elevati: la quota di diplomati e laureati sul totale è passata, nel territorio lucano, da circa il 50% del 2008 a oltre il 70% nel 2017. svuotamento Tra meno lavoro, ripresa dell’emigrazione e tasso di fecondità tra i più bassi d’Italia, il quadro che ne emerge parla chiaramente di spopolamento. Secondo proiezioni statistiche, nel 2045 la Basilicata registrerà un calo complessivo di 89mila abitanti, determinato da cali di 62 mila e 61 mila nelle classi d’età 0-29 e 30-74 anni e da un aumento di circa 34 mila nella classe d’età 75 oltre. La popolazione regionale, secondo tali previsioni si attesterebbe intorno ai 485 mila abitanti. Ancora più problematica – avverte Ires Basilicata – sarebbe la situazione al 2065, con una flessione della popolazione residente regionale stimata in circa 179 mila unità e complessivamente sotto i 400 mila abitanti.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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