Contrasto al lavoro nero: nel potentino le Fiamme Gialle della Brigata di Maratea scoprono sei lavoratori irregolari

Nell’ambito delle attività volte al contrasto del lavoro sommerso, gli uomini delle Fiamme Gialle della Brigata di Maratea, impegnati nel costante controllo economico del territorio, hanno  ispezionato tre attività commerciali insistenti sulla circoscrizione di competenza, individuando sei lavoratori in nero. Gli interventi, originati dallo sviluppo di elementi informativi acquisiti nel corso degli ordinari servizi d’istituto, opportunamente vagliati ed incrociati con i dati risultanti dalle banche dati in uso all’Amministrazione Finanziaria, hanno consentito la preventiva individuazione dei soggetti economici da sottoporre a controllo. Nel mirino dei Finanzieri tre attività imprenditoriali, due costituite sotto forma di ditta individuale ed una società di capitali, operanti nei comuni di Maratea e Trecchina nel settore della ristorazione e dell’edilizia residenziale. Gli accessi eseguiti e i contestuali riscontri documentali hanno consentito di accertare che ben sei persone operavano, in qualità di lavoratori subordinati, privi di un regolare contratto e senza che alcun adempimento di ordine previdenziale ed assicurativo fosse stato attuato dai rispettivi datori di lavoro. Agli imprenditori responsabili delle condotte illecite sono state contestate, complessivamente, violazioni amministrative da un minimo di 9.000 euro ad un massimo di 54.000 euro, commisurate al numero dei lavoratori e al periodo di manodopera prestata in nero con la contestuale regolarizzazione, imposta dalla normativa, delle anomale posizioni lavorative scoperte. Nel solo mese di marzo, sono 13 i lavoratori in nero scoperti dalle Fiamme Gialle della cittadina tirrenica. L’attività della Guardia di Finanza, nel contrasto all’impiego di manodopera irregolare e/o in nero, si colloca tra quelle finalizzate a prevenire gli effetti distorsivi della concorrenza sleale tra imprese cagionati da un indebito ed illegale vantaggio per chi non osserva la normativa fiscale e mira a tutelare gli stessi lavoratori irregolari, i quali, oltre a non essere protetti sotto l’aspetto assicurativo, non vedranno maturare benefici pensionistici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *