Potenza, Festival multidisciplinare “Città delle 100 scale”. Nel ridotto dello Stabile si è parlato di emigrazione

ImmagineIl Festival multidisciplinare “Città delle 100 scale”, rassegna internazionale di danza arte e letteratura, il 3 dicembre, alle 17,30, nel ridotto del teatro Stabile di Potenza, ha vissuto un momento significativo. Gli ideatori e curatori della rassegna hanno chiamato, per narrare il tema di quest’anno “Pre(x)arietà” Massimiliano Coviello, autore della voce “Emigrazione” contenuta nel “Lessico del cinema italiano” volume primo, a cura di Roberto De Gaetano secondo il quale “Il cinema italiano non è  mai stato un cinema nazionale, pur essendo profondamente italiano. Ha individuato uno stile e un modo di vita, piuttosto che un’identità”. Coviello, docente di cinema e media, introdotto da Francesco Scaringi, direttore del Festival, ha coinvolto la platea di studenti e docenti con la relazione “Il racconto delle migrazioni nel cinema italiano”. Il cinema italiano, dagli inizi del Novecento al primo decennio del nuovo millennio, ha narrato una storia di flussi migratori in cui alle ragioni del viaggio si affiancano le percezioni e i giudizi sociali nei confronti delle forma di vita migranti. Massimiliano Coviello, con l’aiuto di immagini prese da film italiani, ha ripercorso i racconti cinematografici delle migrazioni. È emersa una geografia dello spostamento  fatta di partenze, arrivi e ritorni, di rimorsi e speranze, di respingimenti, integrazioni e negoziazioni identitarie. Il cinema italiano con Germi nel “Cammino della speranza”, Visconti in “Rocco e i suoi fratelli” e Gianni Amelio in “Lamerica” è stato un cinema tutto radicato nella carne viva del presente, capace di raccontare gli spostamenti dei popoli nel momento in cui questi accadono. Il racconto delle migrazioni di Coviello ha fatto tornare alla mente le storie personali di ciascuno degli adulti presenti che  sono andati con la memoria ai genitori, ai parenti che hanno dovuto lasciare le famiglie e le case per andare a lavorare in America, in Germania, al nord, nel triangolo industriale. Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, ha raccontato del suo recente viaggio in Argentina, alla ricerca delle tracce del padre emigrato che negli anni trenta del novecento portava il cinema di Hollywood nella pampa ed ha aperto una sala cinematografica. Facciamo nostre le parole di Francesco Scaringi che al termine dell’incontro ha invitato i giovani presenti ad amare il cinema, ad andare nelle sale per capire, con i film e i documentari il nostro presente, fatto dei migranti di Lampedusa e delle isole greche, dei giovani di colore che a Lavello e Cerignola raccolgono i pomodori e  nei nostri mercati vendono biancheria taroccata.

 

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