Basilicata, reddito minimo di inserimento: a Pittella il sostegno della DC Libertas e del segretario Potenza

A sinistra Giuseppe Potenza, segretario regionale DC Basilicata

A sinistra Giuseppe Potenza, segretario regionale DC Basilicata

“Fa bene il Presidente Pittella a non accettare quello che ha tutto il significato di un ultimatum sindacale,  da leggere come un segnale della supremazia della Cgil che non a caso qualche giorno fa, adottando il “metodo Landini”, ha fatto sentire il fiato sul collo del Presidente, inserendosi “ gamba tesa” nel dibattito politico. Quello che stupisce però è che nessuno nel Pd e nel centrosinistra difenda l’operato del Governatore che poi è nient’altro che la strategia voluta dalla maggioranza con tempi, modalità e strumenti concordati”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “la questione del Reddito Minimo di Inserimento è talmente seria da non ammettere speculazioni o manovre demagogiche. E’ del resto bisogna dare atto alle opposizioni di assumere in proposito un atteggiamento onesto e corretto.  I sindacati tra l’altro dovrebbero sapere che l’iter purtroppo è stato concluso solo il 24 febbraio scorso dopo un serrato e proficuo coinvolgimento proprio con loro per un provvedimento reso finanziariamente sostenibile grazie alle risorse aggiuntive riconosciute dalle modifiche allo Sblocca Italia e alla nuova finalizzazione del tre per cento delle royalties a politiche di coesione sociale, e che consentirà di varare perla prima volta nel nostro Paese come indicato dalla Caritas uno dei più grandi piani di lotta all’esclusione e per il reinserimento 750ff7d4473e317254d520b2bc27d81fad2a004ef505a0976ccb4753lavorativo degli ultimi anni“. Potenza evidenzia che oggi, le persone in povertà assoluta non hanno altra possibilità se non di rivolgersi alla Caritas (alla quale la Regione ha destinato 200mila euro)  per aiuto in beni alimentari e parziale per il pagamento di bollette oppure ai Comuni,  con ben note limitate possibilità di risposta dati i ripetuti tagli. Pur nelle differenze i tratti di fondo sono ovunque gli stessi: un contributo economico per affrontare le spese primarie accompagnato da servizi alla persona (sociali, educativi, per l’impiego) che servono ad organizzare diversamente la propria vita e a cercare di uscire dalla povertà. Per la DC  deve essere instaurato un “patto di cittadinanza” tra lo Stato e il cittadino in difficoltà: chi è in povertà assoluta ha diritto al sostegno pubblico e il dovere d’impegnarsi a compiere ogni azione utile a superare tale situazione. A fronte di questa situazione un intervento da parte del governo si rende necessario, partendo dalla considerazione che le risposte attualmente in campo contro la povertà assoluta sono del tutto inadeguate.  Secondo Potenza resta sempre attuale la sollecitazione rivolta alla Regione di sottoscrivere e sostenere il Piano nazionale contro la Povertà, di durata pluriennale, proposto al Governo Renzi dall’Alleanza contro la povertà, un cartello (il primo del genere in Italia) che è composto da una ventina tra Associazioni del terzo settore, e tra le sigle fondatrici ci sono Acli, Anci, Caritas Italiana, Cgil-Cisl-Uil, Confcooperative, Fondazione Banco Alimentare, Forum Nazionale del Terzo Settore. Il Piano proposto dall’Alleanza contro la povertà prevede una gradualità di interventi anche se bisognerà prevedere che a partire dal primo anno ricevano la misura un numero significativo di persone, con una crescita graduale in ogni annualità successiva. Solo così con lo sforzo congiunto tra Regione (Reddito Minimo) e Governo (Piano nazionale) – conclude la nota – le azioni saranno più efficaci.

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