Dopo “rimborsopoli e scontrinopoli”, la Regione Basilicata chiede 3,76 € ad un imprenditore

Ingresso della Regione Basilicata

Ingresso della Regione Basilicata

«Sono contento. Quanto mi è accaduto fa capire che la Regione Basilicata, dopo rimborsopoli e scontrinopoli, è diventata una brava incassatrice dei suoi crediti. Peccato che lo è diventata solo nei confronti dei cittadini». Lo ha dichiarato alla Gazzetta l’imprenditore agricolo Giuseppe Corrado, 52 anni, azienda in contrada Panatnello, dopo aver pagato il suo debito con il massimo ente locale territoriale. «Stamattina – ha spiegato – ho pagato quanto dovevo: 3,76 euro del 2009. Lo so, i debiti si pagano ed io avevo dimenticato di versare questa somma che era il canone annuale di attingimento di acqua ad uso agricolo da un torrente pubblico. Una dimenticanza a cui hanno sopperito i solerti funzionari regionali. Solo, però, che il mio debito da 3,76 euro è arrivato con interessi legali pari a 0,35 euro e spese di notifica di 6 euro a 10,11. E per fortuna che non mi hanno applicato alcuna sanzione amministrativa sennò chissà a quale cifra sarei arrivato. E pensare che la tanto vituperata Equitalia non emette cartelle di pagamento per cifre inferiori ai 30 euro. Costerebbe più la pratica che l’incasso. Invece la Regione mi ha mandato un Avviso di accertamento e contestuale intimazione di pagamento fatta di tre pagine fitte fitte con tanto di leggi, regi decreti e decreti repubblicani citati in bella vista». Fatto sta che l’agricoltore di Nova Siri ha provveduto al pagamento. Ma non poteva avvalersi del decreto che taglia sanzioni ed interessi per i debitori di Equitalia ed altri enti? «No. Sono stato dal mio avvocato ma lui mi ha detto che era meglio pagare senza fare troppe storie. Ed io ho pagato». E per gli anni successivi al 2008 è in regola oppure no? «Sono in regola per il semplice fatto che non ho attinto l’acqua dal torrente pubblico. L’ho fatto nel 2008 perchè eravamo in un periodo alquanto siccitoso». Ma ecco come Corrado ha concluso la “storia”: «La stessa Regione mi ha consigliato di trasmettere la ricevuta del mio pagamento per consentire una rapida archiviazione del procedimento. Che, chissà di quanti faldoni sarà composto. Ed ho speso altri 4 euro per spedire a Potenza la raccomandata con la ricevuta del saldo dei 10,11 euro». Quanti altri procedimenti del genere avrà inviato la Regione ai derelitti agricoltori lucani indebitati, alluvionati, vessati da tasse e tributi vari? Quanti dipendenti avrà impegnato per tali incombenze?

Articolo di FILIPPO MELE – Fonte: La Gazzetta del Mezogiorno

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