Ex oratorio di San Giovanni: Vietri di Potenza in attesa del ritorno del suo tesoro Bizantino

L'ex oratorio di San Giovanni a Vietri

L’ex oratorio di San Giovanni a Vietri

Vietri di Potenza è un paesino ricco di storia e pochi sono a conoscenza del fatto che in uno dei suoi vicoli si cela una delle prime Chiese Bizantine del centro-sud, risalente, addirittura, al X secolo dopo Cristo. La prima ad essere eretta nel piccolo paesino della provincia di Potenza ad opera di monaci bizantini provenienti dalla Grecia. Nel 1970, quando il vietrese Domenico Faruolo acquisisce un complesso di case sito in Vico San Giovanni a pochi passi dalla Via Lata, mai avrebbe immaginato cosa custodissero quelle mura. Quelle pietre, racchiudevano, da secoli, l’ex oratorio di San Giovanni Apostolo ed Evangelista: un vero e proprio tesoro. I lavori di costruzione furono bloccati subito quando ci si accorse che nelle mura interne, in tre nicchie, erano custoditi degli affreschi. La Sovraintendenza dei Beni Culturali di Matera intervenne subito portando via gli affreschi, che sono stati opportunamente restaurati e conservati nel Museo di Palazzo Lanfranchi a Matera, dove trovano ospitalità tutt’ora. Il Terremoto dell’80 ha lasciato in piedi solo le mura esterne della Chiesa bizantina, mentre nel 2006, in seguito ad un temporale, fu svelata l’esistenza di un quarto 20151013_110046affresco, restaurato e conservato al Convento dei Frati Cappuccini di Vietri di Potenza. Un interessantissimo ed approfondito saggio della Professoressa Maria Grazia Marchionibus dell’Università Orientale di Napoli, esperta di studi bizantini, pubblicato nel 2004 rivela l’entità di quel tesoro nascosto per secoli e portato alla luce, come spesso accade per tante opere d’arte, per caso. La professoressa non ha dubbi sulla datazione della struttura muraria, come degli stessi affreschi, risalenti al X-XI secolo d.c, sebbene gli storici della Sovraintendenza di Matera li pongano tra il XII e XIII secolo. Nel suo saggio la professoressa Marchionibus spiega che la Chiesa dislocata in un unico ambiente rettangolare con tre absidi semicircolari aggettanti, costituiti da ciottoli di fiume e tegole siano propri della mobilità sociale e culturale che interessò la Basilicata nel X secolo. Gli affreschi, che facevano parte di un complesso più ampio, ritraggono, senza dubbio (quello conservato al Convento di Vietri), la figura di San Giovanni Apostolo ed Evangelista e negli absidi centrali San Paolo, alla cui sinistra, con molta probabilità, ritroviamo uno degli apostoli Filippo, Giovanni o Tommaso, per  via della figura imberbe e la presenza di alcune chiavi che farebbero presupporre la raffigurazione20151013_111921 di San Pietro. Nel catino absidale un lacerto di affresco mostra i piedi di un trono con Cristo in Maestà, andato perso, la cui fattura ricorda tanti altri absidi della Cappadocia. L’unico affresco cui è possibile dare un nome, peraltro, restaurato egregiamente è quello raffigurante San Giovanni Apostolo ed Evangelista, ad opera di Paolo Schettino, visitabile presso il Convento di Vietri.  Un patrimonio così importante, dislocato tra Matera e Vietri, cui il Sindaco Carmine Grande sta cercando di dare una collocazione appropriata, perché così come ha spiegato, sta attendendo una donazione da parte della famiglia Briganti, proprietaria dell’omonimo palazzo storico del paese, anch’esso da restaurare per poterlo utilizzare come museo oppure di una sede idonea ad ospitare i 4 affreschi bizantini. Olimpia Censurato ed il marito Domenico Faruolo, proprietari della Chiesa Bizantina da oltre 40 anni non hanno mai costruito la loro casa, pur avendo un tesoro per le mani e si augurano di rivedere presto, almeno in paese, i loro Santi.

a cura di Antonella Pacella

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