Basilicata, Confesercenti: “Saldi segnino inversione tendenza consumi”. Segnali di ripartenza in vista dell’avvio dei saldi nel week-end

saldi estivi big beta“L’auspicio è che, dopo i primi segnali di ripartenza dell’economia, i saldi che partiranno nel fine settimana segnino l’inversione di tendenza anche per i consumi. Le condizioni ci sono, a partire dal meteo e dalla convenienza delle offerte”. E’ quanto sostiene in una nota Confesercenti Potenza. Secondo i dati dell’Osservatorio Economico Confesercenti, c’è un 10-20% che non intende effettuare acquisti e un 17%-20% che non ha ancora deciso. Spesa media in calo rispetto al 2014 (erano 170 €) , quest’anno si spenderanno circa 150 euro a famiglia. “I  saldi estivi saranno una grande occasione per tutti”, spiega Roberto Manzoni, Presidente di Fismo, l’associazione che riunisce le imprese di distribuzione moda Confesercenti. “Per i consumatori, che avranno la possibilità di acquistare capi di qualità a prezzi molto convenienti; ma anche per le imprese del settore, che vengono da un avvio di anno ancora stagnante: un imprenditore su due (il 49%) non ha rilevato miglioramenti rispetto al 2014, contro un 26% che riscontra segnali di ripresa e un 24% che registra invece un ulteriore calo. “La recessione – continua Confesercenti  – tecnicamente è finita, ma la spesa delle famiglie non è ancora ripartita. In particolare quella per l’abbigliamento e le calzature, che nel 2014 si è attestata confesercentiintorno ai 100 euro al mese. Il 2015, finora, conferma le impressioni degli imprenditori: le vendite nel comparto moda – segnala l’Istat – registrano nei primi quattro mesi del 2015 una sostanziale stabilità per l’abbigliamento (+0.3%) e una contrazione per le calzature -0.6%. Continua pure l’emorragia di imprese: tra gennaio ed aprile hanno chiuso altri 2.600 negozi del comparto”. Un appuntamento che si avvicina tra novità e conferme per gli operatori protagonisti. Questo – sottolineano gli esercenti dell’abbigliamento – non è solo l’anno delle stampe floreali sui pantaloni, con la presumibile convenienza a spulciare tra le occasioni a saldo già dai primi giorni delle imminenti svendite, che restano di “fine stagione” solo per definizione convenzionale. Continuiamo a scontare un avvio di saldi sin troppo anticipato rispetto a quello che è il calendario reale; la situazione è solo un po’ migliorata negli ultimi anni per effetto dell’allineamento tra quasi tutte le regioni sulla data di partenza. Nulla di nuovo nel cielo dei negozi moda, quindi? Non esattamente: di anno in anno – sostengono i titolari di attività abbigliamento aderenti a Confesercenti – verifichiamo che non basta il solo effetto della parola magica ‘saldi’ ; a fare la differenza sono gli elementi personali con cui il negoziante riesce a far distinguere la propria offerta. Gli eventi collettivi che trasformano le svendite in un’occasione di svago ad esempio, e che vanno incontro ad un bisogno di evasione che sa sempre è legato allo shopping. E poi c’è il fatto sempre meno nuovo, e sempre più pesante del fattore internet: le vendite sul web continuano a segnare una crescita, e che lo voglia o no ogni negoziante ne deve prendere atto. Intanto in Confesercenti, anche a seguito di un mini-sondaggio effettuato tra le imprese del settore, c’è la sensazione che, come già avvenuto nel corso del 2014, si possa verificare, almeno nei primi 7-10 giorni di durata dei saldi un piccolo “boom” delle vendite, (soprattutto laddove siano state messe in campo iniziative ed aperture straordinarie, anche con orari prolungati la sera). La data d’inizio delle vendite, estremamente ravvicinata, fa sì che ormai il consumatore compri pochissimo “in stagione”, per poi in qualche modo “abbuffarsi” nei primi giorni di inizio dei saldi, con un meccanismo, appunto molto simile a chi per perdere peso, è costretto a mettersi a dieta. Ecco perché – a parere di Confesercenti – occorre cambiare, modificando l’attuale meccanismo che paradossalmente privilegia le vendite “a saldo” rispetto a quelle in “stagione”.

 

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