Potenza: “Bucaletto avvelenata, le diossine arrivano dalla Ferriera”

La SiderPotenza

La SiderPotenza

Quelle diossine arrivano dalle emissioni della SiderPotenza. E’ questa la conclusione a cui porta il terzo campionamento condotto dall’Agenzia regionale per l’Ambiente nell’area circostante alla Ferriera.Una correlazione che è stato possibile definire sulla base di due elementi fondamentali: la loro diminuzione nel periodo del terzo monitoraggio, durante il quale lo stabilimento è rimasto chiuso per alcuni giorni; ma, soprattutto, in base al rapporto tra gli inquinanti misurati che indicano la fonte in un impianto di industria metallurgica. Così come viene spigato nella relazione che accompagna i nuovi dati, inviata ieri dal direttore dell’Arpab, a Regione e Comune e pubblicata anche sul sito web dell’Agenzia. L’ultimo campionamento che si aspettava da giorni mostra come nell’atmosfera si sia ridotta sensibilmente la presenza di diossine in tutti i siti di indagine, con valori molto al di sotto di guida proposto dal Belgio come tollerabile. Il che – secondo l’Agenzia regionale per l’Ambiente – si spiega principalmente con il fatto che, nel periodo in esame, lo stabilimento ha avuto due fermi produttivi (ben 13 giorni sui 31 di misurazioni). Ma c’è un’altra circostanza che avrebbe contribuito a ridurne l’emissione in atmosfera: il fatto che dopo il secondo campionamento, la Sider si sia dotata di un nuovo Bucaletto, Potenzacamino con filtro aspirante. Ma se la diossine calano, ad aumentare è invece la concentrazione di benzoapirene,  sostanza altrettanto pericolosa per la salute dell’uomo e molto cancerogena. Solo che proprio  il suo aumento in un periodo in cui lo stabilimento ha lavorato meno, porta a escludere che la Ferriera sia la sorgente principale. Anzi, la sua presenza in atmosfera potrebbe avere più di una sola causa.  Da correlare, a esempio, ad altre realtà produttive della zona industriale di Potenza, ma anche al combustibile che alimenta il riscaldamento domestico nel periodo invernale, o l’aumento del traffico veicolare. Insomma, a differenza delle diossine, il benzoapirene avrebbe più sorgenti e di differente natura. Le sue concentrazioni crescono un pò in tutte le aree prese in considerazione. Ma l’aumento più sensibile di questo inquinante si registra a Bucaletto (nella foto in alto a destra), dove dal primo campionamento al terzo si è passati da un valore di 28,49 nanogrammi per metri quadri a 81,85. Anche a Rossellino si registra un discreto aumento. E proprio sulla base di queste risultanze, il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, dopo aver ricevuto la relazione Arpa, ha tempestivamente chiesto agli assessori regionali all’Ambiente e alla Salute la convocazione di un tavolo urgente per valutare quanto emerso dai dati, in particolare rispetto al benzoapirene. «Appare evidente –dice Santarsiero- la necessità di dover procedere ancora con ulteriori controlli ed analisi e condivido in particolare le considerazioni espresse dal direttore Vita. Infatti, la relazione dell’Arpa, oltre a tracciare il quadro emerso da questo terzo campionamento, avanza anche alcune proposte sul da farsi. A partire dalla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti, come conferma anche il parere già espresso dall’Istituto superiore di Sanità. Attraverso uno studio ad hoc che analizzi matrici ambientali differenti. Con downloadl’obiettivo finale di una “mappatura” delle possibili sorgenti, per capire da cosa sia determinato l’avvelenamento dell’aria. Inoltre, l’Agenzia prescrive un monitoraggio annuale delle deposizioni atmosferiche totali con campagne di frequenza mensile. Il direttore Vita torna poi a ribadire la proposta che era stata avanzata come integrazione all’Autorizzazione integrata ambientale e che ora chiede anche il sindaco di Potenza: l’installazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni, con un campionatore che misuri in continuo le sostanze inquinanti. Mentre per quanto riguarda le ulteriori matrici ambientali, l’Agenzia propone di estendere il monitoraggio anche al suolo. E ancora un’accelerazione di quella che all’interno dell’Aia che viene chiamata “fase 5”, ovvero quella in cui avviene una totale aspirazione dei fumi con il convogliamento in camino. (Fonte: Il Quotidiano – Articolo di Mariateresa Labanca)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *