“Continueremo a difendere la Basilicata insieme agli altri comitato”: l’intervento del comitato “Un Muro contro il Petrolio”

IMG-20150707-WA0003“Grande merito va dato al Sindaco di Policoro, Leone, il quale  ha finalmente messo fine all’ipocrisia della Giunta Regionale di Basilicata  sulla questione  petrolio”, ciò è quanto hanno pensato tutti i lucani che seriamente tengono al futuro della propria regione, ma sono bastate poche ore perché questo sentimento di orgoglio fosse subito messo a tacere da una imbarazzante delusione. Che la riunione tenuta al Ministero dello Sviluppo economico per scongiurare le trivellazioni nel Mar Ionio abbia portato ad un nulla di fatto,  è ormai notorio! Così, mentre l’assessore Berlinguer continua a sostenere il contrario, dichiarando che la riunione ha avuto gli effetti auspicati,  il Governo nazionale non vuole sentire ragioni, né vuole  prendere in considerazione le giuste rivendicazioni degli enti locali interessati e tira diritto per la strada intrapresa. La mancata impugnazione del’art. 38 dello Sblocca Italia da parte del Governo regionale innanzi alla Corte Costituzionale,  ha creato una ferita dolorosa al popolo lucano che difficilmente potrà essere rimarginata e che è stata interpretata come una volontà, da parte dei nostri rappresentanti regionali, di spianare la strada alle compagnie petrolifere nel loro disegno di petrolizzazione selvaggia del nostro territorio. In questi mesi, il Presidente  Pittella  e l’assessore Berlinguer, nonostante le smentite sistematiche alle loro argomentazioni, hanno cercato di persuadere abilmente i cittadini lucani e gli amministratori locali del fatto che le royalties del petrolio fossero l’unica ipotesi di sviluppo possibile, contraddicendo la politica regionale di potenziamento delle nostre risorse endogene portata avanti da ventenni e cercando,  per questa via, di   tenere sotto scacco gli amministratori locali che , resi deboli dai tagli operati dal governo centrale, si sono lasciati tentare da questa forma di sviluppo illusorio. Oggi, invece, constatato probabilmente il grande mal contento dei cittadini lucani e la grossa ingenuità politica compiuta, quegli stessi amministratori regionali cercano di porvi riparo, proclamando con orgoglio l’ impugnazione dinanzi al Tar del Lazio del decreto emanato dal Ministero dello Sviluppo economico, per esprimere una posizione chiara e coerente in merito alle  trivellazioni in mare. Come se poi, in Basilicata esistessero cittadini di serie A e cittadini di serie B, questi ultimi,  i cui territori di residenza rientrano nelle richieste di permessi in terra ferma , che al contrario dei primi, residenti nelle zone costiere, possono e debbono subire il pregiudizio delle estrazioni petrolifere, senza che la Regione Basilicata accordi loro alcuna forma di tutela, come se le 529 aziende agricole sparpagliate sul territorio dei 7 10253898_859899620762136_1441734366171972786_ncomuni ricadenti nel permesso di ricerca “Muro Lucano” fossero meno importanti di quelle ioniche, come se l’acquifero dei monti di Muro Lucano che eroga circa 5000lt al secondo non meritasse tutela,  come se il 20% dell’intera produzione regionale di latte, di alta qualità, prodotta tra i comuni di Bella e Baragiano non avesse alcun peso, come se l’indotto di oltre 16.000 capi ovi-caprini del comprensorio di Muro Lucano non fosse degno di nota, come se ricadere su una faglia attiva, tra le più pericolose dell’Appennino meridionale, che nei secoli ha seminato migliaia e migliaia di vittime, fosse solo un inutile dettaglio. E’ vero, l’allarmismo e il terrore creati demagogicamente su questioni delicate come le estrazioni e i permessi di coltivazione non giovano a nessuno. Viceversa, è utile affrontare seriamente questioni delicate come queste e ricorrere, se necessario, alle sedi competenti per difendere le nostre prerogative: ma è proprio questa la linea dei comitati lucani, rimasta, per mesi,  inascoltata dalle istituzioni regionali che, talvolta, pubblicamente, hanno persino dichiarato che una mucca può inquinare più di un pozzo di petrolio.Il Comitato “Un Muro contro il Petrolio” continuerà a difendere la Basilicata insieme agli altri  comitati e a tutti coloro, cittadini e rappresentanti delle istituzioni,  convinti da sempre che lo sviluppo della nostra regione, debba passare attraverso lo sfruttamento delle risorse  locali: il turismo, l’agricoltura, l’allevamento, la difesa del territorio, della risorsa idrica e del patrimonio umano ed architettonico. Chiediamo alle altre associazioni regionali e non, di unirsi a noi, al fine di formare una grande catena umana che stronchi ogni velleità e metta fine a queste continue menzogne che avranno come unica vittima il solo popolo lucano. 

Comunicato stampa del Comitato
“Un Muro contro il Petrolio”

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