Mafia in Basilicata, DNA: “infiltrazione è evidente”. Per Italia dei Valori “rafforzare strumenti contrasto, ma attenzione a generalizzazioni”

L’infiltrazione in Basilicata di associazioni criminali di Puglia, Campania e Calabria non è certo una novità. Da anni magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine hanno lanciato l’allarme mentre i cittadini delle cosiddette aree di frontiera quali il Metapontino, il Vulture-Alto Bradano, il marmo-Melandro, la città di Matera, specie le categorie produttive e professionali, hanno subito direttamente numerosi episodi di criminalità. Forse il fatto nuovo è il cosiddetto riconoscimento di “dignità” ai gruppi di criminalità organizzata guidati da lucani. Un elemento sul quale riflettere. Ma istituzioni e politica hanno ancor più da riflettere sulla valutazione contenuta nella relazione della Direzione nazionale antimafia riferita alla mafia del Potentino che “ si sta avviando verso il più moderno modello di ‘mafia degli affari’ “. Attenzione però a generalizzazioni e ad alimentare polveroni sugli amministratori regionali e locali che praticano la legalità e la trasparenza e sono i primi baluardi di difesa contro ogni forma di criminalità. Del resto esistono gli strumenti per accrescere legalità e trasparenza soprattutto in materia di appalti pubblici. E’ sul piano della legislazione nazionale che si deve fare di più. Dal rapporto annuale dell’organo anti corruzione del Consiglio d’Europa emerge che l’Italia è lenta nel dotarsi delle leggi necessarie a combattere la corruzione. Lo studio porta alla luce il fatto che, nonostante qualche passo in avanti recentemente sia stato compiuto, nel nostro Paese c’è ancora parecchia strada da fare sul fronte della prevenzione di questo fenomeno, che colpisce ogni organizzazione e settore. Come prima risposta per IdV sarebbe necessario portare in aula prima possibile la modifica al TU Antimafia in cui, facendo proprie le indicazioni contenute nella relazione votata all’unanimità dalla Commissione, si introduce per la prima volta la confisca per i beni dei corrotti. In questo modo di fatto verrebbe equiparato il reato di corruzione a quello per mafia. Inoltre, per ascoltare le indicazioni che arrivano dall’Europa altri passi da fare sarebbero approvare la legge sulla democrazia dei partiti, che porterebbe trasparenza sui fondi e sui meccanismi delle decisioni, e quella per regolamentare il lavoro dei ‘portatori di interessi’, meglio conosciuti come ‘lobbisti’, così che sia tutto alla luce del sole. Italia dei valori conferma di essere al fianco del presidente dell’Autorità Anticorruzione Cantone, a cominciare dalla legge sulla prescrizione (troppo blanda) e dall’impegno per una modifica più severa delle misure anticorruzione, insieme alle battaglie sui beni confiscati alla mafia e per la soppressione della legalità del gioco d’azzardo. Infine a livello organizzativo la carenza di organico che caratterizza la Direzione distrettuale antimafia Basilicata come le carenze di organico delle forze dell’ordine specie nei territori di confine con Puglia, Campania e Calabria vanno rapidamente superate rafforzando i presidi di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza con priorità nel Metapontino, nel Vulture-Alto Bradano e a Matera.

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