“Decreto Sicurezza” voluto da Salvini. La Giunta regionale della Basilicata lo impugnerà davanti alla Corte Costituzionale

La Regione Basilicata impugnerà il decreto sicurezza davanti alla Corte costituzionale. Lo ha deciso nell’ultima seduta la giunta regionale. Il governo lucano considera alcuni articoli del decreto, in particolare gli articoli 1 e 13, lesivi dell’autonomia regionale e degli enti locali in quanto impattanti su competenze concorrenti e residuali garantite dall’articolo 117 della Costituzione in materia di assistenza sociale, sanità, istruzione, formazione e politiche attive del lavoro. La delibera della giunta regionale lucana, arrivata dopo l’annuncio di voler aprire una discussione approfondita sul tema fatto dalla vicepresidente Flavia Franconi nell’ambito della Conferenza delle Regioni, richiama gli articoli 2, 3 e 10 della Carta costituzionale, ravvedendo con l’applicazione del decreto sicurezza disparità di trattamento tra i cittadini degli Stati membri e gli stranieri regolarmente soggiornanti, in violazione peraltro delle convenzioni internazionali che tutelano i diritti fondamentali dell’uomo. La deliberazione chiama in causa le pronunce della giurisprudenza costituzionale che hanno riconosciuto il potere delle Regioni di far valere di fronte alla Corte costituzionale anche competenze di spettanza degli enti locali: difatti alla Regione è consentito di far valere con ricorso in via principale “competenze non solo proprie, ma anche degli enti locali” con la motivazione della “stretta connessione” con proprie materie, la quale “consente di ritenere che la lesione delle competenze locali sia potenzialmente idonea a determinare una vulnerazione delle competenze regionali”. (Fonte: Basilicatanet)

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