Sasso di Castalda, a un passo dal cielo. Riapre i battenti il grande attrattore turistico ‘Ponte alla Luna’

Ha riaperto il grande attrattore turistico di Sasso di Castalda, in gioco ci sono posti di lavoro per un attrattore che ha cambiato lo sviluppo turistico, e non solo, del piccolo comune lucano. L’idea partì nel lontano 2006, in occasione delle olimpiadi invernali di Torino, fu creato un ponte tibetano sul Po, che alla fine delle manifestazioni sportive fu rimosso. Alcuni tecnici e imprenditori della Val Susa ebbero l’idea di dare continuità all’idea progettando e realizzando a Claviere, probabilmente uno dei primi ponti tibetani permanenti in Italia con l’utilizzo di imbracature. L’area di Sasso di Castalda, interessata dal progetto, è stata da tempo studiata da Professori illustri e laureandi come sito per studi geologici.  I primi studi condotti da P. Scandone negli anni ’60, consentirono di costruire la successione stratigrafica del Bacino di Lagonegro che risultò essere costituita dal basso verso l’alto da formazione monte Facito, dai calcari con Selce, dagli scisti Silicei, dai Galestri eddal Flysh Rosso, questi strati sono tutti osservabili al fosso Arenazzo e il ponte è stato un modo innovativo per valorizzare questo patrimonio geologico.

Nella fase preliminare del progetto del ponte non si conosceva l’architettura del ponte e delle ferrate, ma dopo alcune sopralluoghi in Piemonte e in Basilicata dei tecnici lucani e piemontesi l’idea e i requisiti furono scritti. All’appalto integrato, ottimo strumento per valorizzare progetti innovativi, parteciparono due Imprese piemontesi, e proprio la forza della concorrenza che migliora i progetti, difatti l’impresa che si aggiudicò i lavori e il maggior punteggio tecnico propose alcuni miglioramenti come lo sky walk, ripristino cappella San Nicola. Fare un dettagliato progetto preliminare è stato uno dei punti di forza del progetto, difatti la fase esecutiva e realizzativa non si è discostata dal progetto preliminare ed è stata eseguita nei tempi senza l’utilizzo di varianti. In corso d’opera fu fatta una sola variazione, e cioè l’inversione del percorso, ideando una sorta di otto sdraiato (simbolo dell’infinito) con l’ultimazione del percorso sul Castello di Sasso, punto sublime e panoramico.

Il ponte in questi anni a Sasso è stato un volano per la nascita di nuove attività imprenditoriali, specie nel settore turistico, sono nati B&B, locali tipici con vendita di prodotti lucani e si è assistiti anche ad un nuovo recupero del patrimonio urbanistico del centro storico. I media hanno fatto il resto, hanno fatto conoscere Sasso in tutto il mondo, difatti le maggiori testate giornalistiche (TG1, Linea Verde ed altri) se ne sono occupate ed hanno promosso l’investimento come innovativo, sostenibile e a basso impatto ambientale, facendo conoscere un figlio di sassesi Rocco Petrone (direttore del progetto Apollo), il Ponte alla Luna è stato dedicato a lui. 

Antonio Coronato

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