Fase 2, lo sfogo del sindaco in dialetto: “Avit’a vdè fra nu mese quanda gente inda all’ospedal. Statevi a casa!”

Il sindaco di Lucera, Antonio Tutolo, è abbastanza conosciuto per il suo linguaggio… diretto. E così il nuovo Dpcm che allenta un po’ le misure a partire dal 4 maggio è diventata una occasione per una sua “riflessione” sui social. Il primo cittadino, finito anche nel mirino della Zanzara simulando una chiamata di Feltri (mandato letteralmente a quel paese), esordisce la sua “diretta” con i controlli. E, per essere più incisivo non lesina nel rivolgersi utilizzando espressioni in dialetto lucerino. I vigili? L’unica cosa che faranno è lo “spiacoppie”, cioè vedere sei i fidanzati si avvicinato a più di un metro. Per il resto, dice, “è tutto a me”. Prosegue: “Vi imparo un segreto, se vi ferma la pattuglia dei vigili e vi chiede dove state andando, dite che state andando a compare un gelato e che poi andate a mangiarlo a casa”. Non vi possono fare nulla, precisa. Poi, prefigurando uno scenario da tutti in giro, si fa prendere la mano: “Avit’a vdè fra nu mese quanda gente inda all’ospedal” (dovete vedere fra un mese quanta gente negli ospedali). Ricordatevi queste parole, prosegue il sindaco in dialetto. Infine l’invito. “Ecco perchè vi prego, vi scongiuro, fate attenzione a voi ragazzi, a voi anziani.. i cap’cantir con i man arret (i capi cantieri con le mani dietro). Statevi a casa, mo’ si fa pericoloso, mo’ ve n’ita, ve n’iat au creator (ve ne andate al creatore). (Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno)

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