“Una improvvisa accelerazione dell’auto ha ucciso Fabio”. In alcune auto c’erano anche dei bambini. Sequestrato un arsenale di oggetti atti ad offendere

Una improvvisa accelerazione dell’auto, che ha ucciso Fabio Tucciariello. E’ morto così, sbalzato sul parabrezza dell’auto, il tifoso di 39 anni della Vultur Rionero, ieri all’altezza della stazione ferroviaria di Vaglio Basilicata Scalo. E’ questa la ricostruzione ufficiale fatta poco fa, in Questura a Potenza, nella sala “Giambattista Rosa”, nell’ambito di una conferenza stampa convocata per fare il punto della situazione. Alla conferenza stampa presente il Questore di Potenza, Isabella Fusiello, il procuratore capo di Potenza Francesco Curcio e il procuratore aggiunto Andrea Cardea, presente ieri anche sul posto dell’omicidio. 

GLI ARRESTI – Sono 25 le persone arrestate. 24 i tifosi della Vultur Rionero, il 25esimo è Salvatore Laspagnoletta, 30 anni, l’uomo accusato di omicidio, che era alla guida della Fiat Punto che ha investito ed ucciso il 39enne tifoso della Vultur. Gli arresti disposti dalla Procura di Potenza sono arrivati dopo le indagini lampo avviate dalle forze dell’ordine. Una sinergia tra Carabinieri, Polizia, Procura e Questura. Tutti e 25 sono stati quasi 20 ore all’interno della Questura di Potenza. Alle ore 13:50 sono usciti a bordo delle auto della Polizia: sono stati divisi tra le carceri di Potenza, Matera, Salerno e Taranto. 

LE ACCUSE NEI LORO CONFRONTI – Per l’uomo alla guida dell’auto, l’accusa è di omididio. Per gli altri 24 accuse a vario titolo di violenza privata, tentativo di lesioni, porto illegale di armi improprie in occasioni di trasferte di eventi sportivi, con diverse aggravanti. E con pene previste fino a 6 anni di carcere. Dagli accertamenti della Polizia, alcuni tifosi risultano aver ricevuto un Daspo negli anni scorsi, ma “nessuno aveva in atto Daspo”, ha confermato la Squadra Mobile.

IL QUESTORE, “QUESTI NON SONO TIFOSI”. Parole dure anche dal Questore Isabella Fusiello: “Persone del genere non possono essere definiti tifosi. Adesso auspichiamo nella collaborazione di tutti, anche dei Sindaci dei due paesi e delle due comunità, per evitare conseguenze ed ogni grave episodio. I servizi sui territori sono stati già intensificati”.

IL PROCURATORE CAPO CURCIO, “UN AGGUATO”. “Sono in corso – ha sottolineato – tutte le attività necessarie per fare definitiva chiarezza sull’accaduto. Invitiamo a chi ha partecipato alla rissa a farsi vivo, meglio che lo faccia da solo. Il nostro lavoro continua senza sosta”. “Vi era certamente una pianificazione, lo diciamo in base agli elementi che abbiamo”, ha concluso Curcio.

IL PROCURATORE AGGIUNTO CARDEA: “Al momento non siamo riusciti ad accertare che vi sia stato un contatto tra le due tifoserie prima di Vaglio Scalo. Sicuramente crediamo che i tifosi siano stati pedinati. Dalla ricostruzione che abbiamo fatto, crediamo che abbiano tentato di fermarla, poi una accelerazione improvvisa. La vittima è stata sbalzata sul parabrezza, dove ha avuto lesioni mortali”. “Per quanto riguarda i feriti, sono ricoverati al “San Carlo” di Potenza. Uno è grave, con 45 giorni di prognosi, l’altro meno grave”.

I TIFOSI E I BAMBINI NELLE AUTO – Tra i 50 e i 100 quelli della Vultur Rionero, che dovevano raggiungere Brienza, dove la partita è stata sospesa. Erano invece su cinque auto quelli del Melfi, che dovevano raggiungere Tolve. Nelle auto dei tifosi melfitani, c’erano anche dei bambini.

I SEQUESTRI – Un vero e proprio arsenale è stato ritrovato in possesso dei tifosi della Vultur. Durante la conferenza stampa è stato sottolineato che “sono stati sequestrati bastoni, mazze, petardi, tirapugni. Una sorta di rituale tribale, erano in un punto strategico, incrocio per Tolve, dove i tifosi sapevano che dovevano passare gli altri tifosi”, ha sottolineato Curcio. Non sarebbero state ritrovate armi e oggetti atti ad offendere nella tuo dei supporters del Melfi. 

Claudio Buono

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