Potenza, ponte di Montereale intitolato a Pino Mango. La proposta accolta dal Sindaco Guarente

La musica è il «ponte» tra il cuore, l’anima e il cervello. Amava ripeterlo quando gli chiedevano cosa significasse per lui cantare e comporre. Ecco perché l’ipotesi di intitolargli un ponte è l’ideale. Quello di Montereale, a Potenza, appena ristrutturato, potrebbe chiamarsi proprio «Ponte Pino Mango». L’iniziativa è stata lanciata dall’associazione Idea Potenza e da Radio Idea Potenza in occasione dello spettacolo organizzato al teatro Stabile lunedì scorso proprio in ricordo del cantautore lagonegrese scomparso cinque anni fa. Una lettera è stata consegnata dal presidente dell’associazione, Maurizio Campagna, e dal direttore artistico di Radio Idea Potenza, Rocco Giosa, al sindaco Mario Guarente e all’assessore comunale alla Cultura, Stefania D’Ottavio. Il primo cittadino, per la verità, ha anticipato la consegna della missiva annunciando che si era già attivato personalmente per rendere omaggio a Mango e alla sua arte pensando proprio al ponte di Montereale come terminale di questo riconoscimento. Guarente, a tal proposito, ha spiegato che la sua idea è quella non solo di intitolare il ponte a Mango, ma di far sistemare lungo le barriere protettive delle frasi tratte dalle più belle canzoni dell’artista. I fan, in un teatro Stabile «sold out» per l’evento, hanno gradito. E a giudicare dai risultati del «tam tam» che nel frattempo ha coinvolto l’intera città, quella di intitolare il ponte a Mango è un’idea che piace. Sarebbe il giusto riconoscimento a un artista che ha sempre mostrato grande attaccamento alla sua terra, alla sua città, Lagonegro, e alla sua regione. Non a caso, nonostante le traiettorie professionali lo avessero spinto verso metropoli come Milano e Roma, lui ha sempre preferito restare a Lagonegro, muovendosi in lungo e in largo nel territorio lucano che amava come le sue canzoni.

L’intenzione della città di Potenza di ricordare per sempre Mango c’è. Ma il percorso burocratico non è così semplice. E, soprattutto, prevede tempi piuttosto lunghi. L’ipotesi di intitolazione deve innanzitutto passare all’esame dell’Ufficio Toponomastica. Quest’organo comunale segue l’istruttoria e predispone uno schema deliberativo. Questo va poi sottoposto alla giunta comunale e fopo l’approvazione tutto il carteggio deve essere inviato al Prefetto per l’autorizzazione definitiva. Bisogna rispettare alcuni criteri. Ad esempio, non si può chiedere l’intitolazione di una strada per persone fisiche decedute da meno di 10 anni. Nel caso di Mango, dunque, scomparso esattamente cinque anni fa, occorre procedere con una deroga. La procedura è lunga e complessa ma se c’è davvero la volontà tutto si può fare. In attesa degli sviluppi, ricordiamo che a Mango è intitolato un Largo nella «sua» Lagonegro. E il nome dell’artista lucano riecheggia addirittura in Africa, in Tanzania, per la precisione, dove gli hanno intitolato una scuola realizzata grazie all’impegno di una associazione di volontariato e della famiglia di Mango, a partire dalla moglie Laura Valente e dai figli.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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