L’assessore regionale Franco Cupparo in visita a Ruvo del Monte, su invito dell’Asd Rufria 2018

Dopo un lungo “corteggiamento”, finalmente, la società sportiva dilettantistica di Calcio a 5 “ASD RUFRIA 2018” è riuscita ad avere un “rendez -vous” intra moenia con il neoassessore regionale allo sport Franco Cupparo. L’incontro-dibattito pubblico è avvenuto a Ruvo del Monte, nella sede del “Circolo dell’Associazione Emigranti” di Nicola Suozzi, alla presenza, tra gli altri, del Sindaco, arch. Michele Metallo, del vicesindaco, geom. Giovanni Marino, e della consigliera di maggioranza, avv.ssa Barbara Salvatori, del piccolo ma vivace Comune del Vulture-Melfese. A fare gli onori di casa, il sottoscritto, che, dopo la consegna di una lettera aperta al simpatico esponente politico, ne ha anticipato sinotticamente alcuni punti per richiamare l’attenzione della Regione Basilicata sui problemi in cui si dibattono i piccoli paesi lucani, impossibilitati persino a formare una squadra di calcetto, a causa dell’esodo giovanile che, depauperando la nostra regione, beffardamente   ribattezzata Texas d’Italia, da tutti i punti di vista, innesca effetti collaterali irreversibili e perniciosi. Di seguito, il testo dell’accorato appello.

LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE REGIONALE ALLO SPORT, FRANCO CUPPARO

A nome della società sportiva dilettantistica “Asd Rufria 2018” di cui mi onoro essere dirigente e socio fondatore, porgo il benvenuto all’esimio neoassessore allo sport Franco Cupparo, esortandolo in primis a dare maggiore ascolto alle istanze provenienti dal territorio lucano, ai fini di una più proficua realizzazione dei progetti che le realtà locali avanzano, in cerca di accoglimento. L’Asd Rufria 2018, come recita l’acronimo, è nata nel 2018 dall’idea di persone di buona volontà come il sig. Antonio Fasano, attuale presidente del sodalizio, l’assessore allo Sport e cultura, geom. Raffaele Mira, il dr. Giovanni Grieco ed il sottoscritto, dopo ben sette anni di stasi agonistica ed inazione da parte della classe dirigente locale, sorda ai bisogni sportivi della cittadinanza giovane. Il nostro primo campionato di Calcio a 5, più volgarmente detto calcetto, di serie D, ci ha visti inaspettatamente protagonisti per quasi tutta la durata della competizione, dopo un breve periodo di noviziato formativo. Correggendo in itinere errori da inesperienza, la squadra, ottimamente allenata e condotta dal nostro caro coach, mister Cosimo Damiano Lorusso, ha acquisito step by step una sempre maggiore consapevolezza dei propri mezzi tecnici, sino a contendere la leadership al più blasonato Veteres, poi risultato vincitore del girone, da noi battuto in casa nostra dopo il pareggio ottenuto outdoor. Sicché ci siamo classificati al 2° posto, nella classifica finale, dopo essere stati temporaneamente al primo posto, sia pure in coabitazione col fortissimo Veteres di Vietri di Potenza. Insomma, l’Asd Rufria 2018, nel contesto attuale, rappresenta una denominazione etno-geografica altisonante nello sport dilettantistico, che è attualizzata e proiettata nel futuro, ma occorre che, di concerto, ognuno faccia la sua parte, a cominciare dalla comunità ruvese, passando per l’ente locale e la Regione Basilicata, alla quale chiediamo un maggior impegno ed attenzione anche dal punto di vista finanziario, verso le piccole realtà come la nostra che, tra mille difficoltà, cerca di sviluppare le relazioni sociali e migliorare la convivenza civile. Ad esempio, quest’anno abbiamo cartellinato alcuni ragazzi di colore provenienti dalle latitudini più svantaggiate della Terra, ospitati nei centri di accoglienza di Melfi e Rionero in Vulture, come esempio concreto di integrazione di chi è più sfortunato di noi, ma bisogna ammetterlo: non è facile sormontare le barriere burocratiche ed i pregiudizi. A questo proposito, faccio mia la domanda di tanti cittadini, compreso il presidente Fasano, all’assessore Cupparo, uomo di sport, al quale faccio gli auguri per il suo Francavilla, che non vive un buon momento, e gli chiedo: vista l’ineluttabilità dei fenomeni migratori e che la Comunità Europea finanzia i progetti di accoglienza dei migranti, perché a questo scopo non si utilizzano come Hubs o SPRAR le strutture pubbliche abbandonate al degrado, come le vecchie stazioni ferroviarie o le cosiddette “cattedrali nel deserto”, come il nostro tristemente famoso Centro Artigiani, costruito con i fondi statali del post- terremoto 1980, ma mai andato in funzione, anche per beghe giudiziarie?  Sarebbe un reale, tangibile segnale di cambiamento, parola troppo abusata in campagna elettorale, rispetto alla tanto vituperata “vecchia politica” dell’abbandono, dopo investimenti improduttivi che, da troppo tempo, favoriscono, purtroppo, l’esodo di migliaia di giovani dai nostri territori, depredati ed inquinati, e sempre più relegati ai confini dell’ecumene. Grazie, assessore, per l’attenzione!

Prof. Domenico Calderone

1 commento

  1. Dr. Giuseppe Giannini

    Il calcio, vissuto nelle sue diverse forme (praticato,discusso,visto) è per le piccole realtà come Ruvo una delle poche forme residue di socialità.Lo sport in generale dovrebbe aggregare, superare barriere e coinvolgere le comunità.
    Certo è, che fenomeni come lo spopolamento (dovuto alla mancanza di potersi immaginare un futuro in questi luoghi) e i vincoli di bilancio cui sono sottoposti i comuni, destinano sempre meno risorse a tali attività.
    Una soluzione potrebbe essere quella di destinare le risorse esistenti, ad es.i cospicui fondi europei chiusi nel cassetto, mal spesi o che miracolosamente vengono alla luce in sede di campagna elettorale, o ancora i proventi delle royalties, per finalità strutturali e durature, che diano veramente senso alla famosa coesione sociale.
    Sinceramente, dubito che vi possa essere un’inversione di tendenza, visto che l’attuale governo regionale è espressione di un mondo che privilegia le élite e che vede nel privato prenditore il soggetto principe dell’operare politico, a tutto discapito, appunto,della collettività.

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