Operazione «Sangue blu», rifornivano di droga anche la Basilicata. A Taranto otto arresti dei carabinieri

In un blitz i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto, con il supporto di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione, nei Quartieri Tamburi e Paolo VI del capoluogo jonico e nella città di Bari, a 8 provvedimenti cautelari (2 in carcere e 6 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia. I provvedimenti sono scattati nei confronti di altrettante persone, tutte originarie di Taranto, ad eccezione di un arrestato che è residente a Bari, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, trasporto e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegali di armi. Durante le fasi esecutive di questa mattina, uno degli arrestati, residente a Bari, è stato trovato in possesso di una pistola calibro 7,65, tenuta ben nascosta dietro ad un mobile del bagno, completa di caricatore e 7 proiettili, di cui uno in canna e pertanto pronta a far fuoco. Le indagini, avviate tra il 2014 ed il 2015 dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla D.D.A. salentina, hanno fatto luce su un intenso traffico di stupefacenti nella città di Taranto parte del quale proveniente da Torre Annunziata e dalla Provincia di Bari. Le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai Carabinieri di Taranto, costituiscono la concretizzazione di un secondo segmento investigativo, che aveva già visto l’arresto, nel mese di giugno 2017, di altre 13 persone, ritenute responsabili a vario titolo dei medesimi reati contestati agli odierni indagati. Nel corso delle attività investigative, condotte mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché mediante presidi tecnici di intercettazioni telefoniche ed ambientali, è emerso che l’organizzazione criminale, nella sua articolazione territoriale localizzata nel quartiere “Tamburi”, gestiva un lucroso traffico di cocaina, marjuana, eroina ed hashish, approvvigionati in rilevanti quantità e con ingente impegno economico anche dalla provincia di Napoli ed in particolar modo da Torre Annunziata nonché dalla provincia di Bari. Lo stupefacente veniva immesso sulle piazze di spaccio del quartiere “Tamburi” dal quale si rifornivano numerosi consumatori provenienti dall’intera provincia ionica, dalle limitrofe province di Bari e di Brindisi e dalla vicina Basilicata. Il denaro ricavato veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure “operative” in seno all’organizzazione quali i custodi, i corrieri, le staffette e gli spacciatori al dettaglio.

Proprio le dinamiche criminali emerse hanno dimostrato indiscutibilmente la costituzione di un vero e proprio sodalizio criminale, dedito alla perpetrazione dei reati necessari al suo consolidamento, alla riscossione dei proventi, alla predisposizione di strategie utili tanto ad aumentare e a consolidare la forza e la caratura del sodalizio quanto a mantenere l’egemonia sulle piazze di spaccio, come quelle del quartiere Tamburi di Taranto, storicamente crogiuolo di “contese” tra gruppi criminali rivali. Le indagini hanno inequivocabilmente rivelato tutti i più rilevanti momenti della vita del sodalizio, da quello della cura dei rapporti con i soggetti dai quali il sodalizio si approvvigionava di stupefacente, a quello della concreta acquisizione della droga, da quello dello stoccaggio e del taglio dello stupefacente, a quello dello smercio in favore dei vari soggetti che ne curavano la vendita al dettaglio, da quello della creazione delle provviste di denaro necessario a pagare gli approvvigionamenti, a quello dell’incasso dei crediti, il tutto con piena unità d’intenti ed una costante sinergia. Significativo si è rivelato l’immancabile linguaggio criptico adoperato per indicare lo stupefacente: Carne – Lamiere – La Macchina – il Coso – la moto – il caffè”, nonché l’usuale appellare i consociati o elementi contigui al gruppo criminale tramite i “soprannomi” degli adepti. L’attività è stata convenzionalmente denominata “Sangue Blu” in relazione al contenuto di una conversazione nella quale uno dei soggetti a capo del sodalizio, fa emergere la propria consapevolezza di essere al “vertice di una famiglia di rango”: “Siamo “una famiglia di SANGUE BLU'”!!!! di SANGUE BLU’!!!! di SANGUE BLU’!!!”. In sintesi, nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente circa cinquanta persone, il G.I.P. di Lecce ha emesso otto Ordinanze di custodia cautelare per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché per il reato di detenzione ai fini di spaccio, disponendo la custodia cautelare in carcere a carico di 2 persone e di 6 ai domiciliari. Gli arrestati in carcere sono stati condotti presso la casa circondariale di Taranto. Per due disposto il carcere, per altri sei i domiciliari. Sono tuti di Taranto e Bari.

Fonte: tarantobuonasera.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *