“Insieme che forza! Che gioia incontrarsi, trovare un aiuto, un sorriso negli altri”. È proprio così. Arrivo a Castelgrande da Muro Lucano ieri 19 dicembre, prima delle 10,00. Ho fatto undici chilometri in salita, circondato da boschi immersi nei caldi colori autunnali e il paese, piccolo gioiello incastonato nella roccia, mi accoglie con il sorriso dei piccoli della scuola dell’infanzia, pronti, con le loro insegnanti Maria Rosa Pinto e Michelina Fricchione, a sfilare per le vie del paese. L’architetto Tomangelo Cappelli della Regione Basilicata, che organizza la marcia della cultura, dei diritti e della pace nei 131 comuni della Basilicata, mi sorride e mi abbraccia. Insieme abbiamo già marciato a Potenza, Baragiano e Bella perché l’Unicef di Basilicata è partner in questo grande movimento che ha avuto inizio il 20 novembre, 70° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani. Con i piccoli anche i più grandi della scuola primaria, con le insegnanti Maria Pina Serafino, la coordinatrice di plesso, e Maria Donata Perillo e la scuola media con le docenti Alessandra Prete, che ha curato un video sul percorso emozionale che l’Unicef sta portando avanti, e la professoressa di italiano.La maestra Maria Teresa Angiolillo, anima della manifestazione, si trova invece al centro anziani per gli ultimi preparativi. Per tutta la mattinata ci guiderà con il suo piccolo megafono, cantando e gridando “Cultura e non chiusura…” come è scritto in un grande striscione che ha preparato.I piccoli paesi della Basilicata, così ricchi di natura, cibo genuino, arte e bellezza, devono trovare nel turismo la certezza del loro futuro. Tutti gli alunni hanno preparato cartelloni, i più grandi del gruppo giovani hanno con sè anche la bandiera della pace. Le mamme e le nonne hanno portato cesti con le calze piene di cioccolatini per gli ospiti del centro anziani e per le autorità. E non mancano le pigotte, le bambole di pezza dell’Unicef che adottate salvano la vita di milioni di bambini con medicine e cibo. Uno splendido sole illumina le strade e con il sindaco Domenico Muro e la dirigente scolastica Rosaria Papalino avanziamo gridando “Pace non un sogno, ma progetto di cultura. Pace, sogno antico di un mondo senza guerra, bellezza, patrimonio antico dell’intera comunità. Tutti insieme circondiamo il monumento a Guglielmo Gasparrini, illustre botanico che nacque a Castelgrande il 13 gennaio 1804 da Angelo Maria e Isabella Federici. Egli frequentò la scuola elementare nel suo paese e poi, quindicenne, fu inviato a Napoli, a spese della provincia natale, nel collegio di medicina veterinaria. Castelgrande tramanda e rinnova l’amore per la natura di questo grande studioso con la sua “Butterflay house”, la casa delle farfalle, e con convegni e ricerche. Ci sovrasta la chiesa cattedrale e cantiamo “Se davvero mi ascolti quando ti parlo/ Se sei leale e non mi prendi in giro/anche quando sbaglio/anche quando perdo. / Se ti fidi di me/ e me lo dimostri /Riconosci i miei diritti /, che sono un’opportunità/ qualcosa di inviolabile / che ognuno ha.. Arriviamo alla casa di riposo “Cristo re” e gli anziani in cerchio nel salone osservano i piccoli e i grandi della scuola con i loro strumenti. Sono pronti a suonare e cantare per loro con la “partecipazione straordinaria” di nonno con la sua chitarra. Si comincia con “Insieme che forza” perchè: “Non è restando a casa che va meglio/ o imbalsamando dentro un videogame/ due occhi assenti e un pò del tuo cervello, / la vita fuori aspetta solo te./ Insieme che forza/ che gioia incontrarsi/trovare un’aiuto/un sorriso negli altri..E suore Annie e suor Bernardine che gestiscono la casa per anziani da dieci anni cantano a Gesù che viene un canto d’amore del Gongo. E i ragazzi intonano un rap di Enzo Avitabile, Merry Christmas e presentano un video che racconta l’osservatorio astronomico di Castelgrande, la cappella del milleduecento di Santa Maria di Costantinopoli e “i nand port”, pasta fatta in casa con sugo con la salsiccia, buona da leccarsi i baffi. A mezzogiorno, piccoli e grandi fanno salire in cielo palloncini rossi, segno di speranza e di pace per tutti noi in attesa di Gesù che viene. Buon Natale a tutti.
Mario Coviello