A scuola di gentilezza. Alla Scuola dell’Infanzia di San Fele la lezione con il prof. Coviello dell’Unicef

Filomena Muccia, la docente coordinatrice della scuola dell’infanzia di San Fele, con le insegnanti Gisella Camerino, Maria Carmela Marmora e Silvia Cibellis, mi ha invitato, in qualità di presidente del Comitato provinciale Unicef di Potenza, a pranzare con i piccoli per cominciare “Non perdiamoci di vista”, la proposta educativa che l’Unicef ha avviato quest’anno in tutte le scuole d’Italia. Tutti i bambini hanno diritto in famiglia e a scuola a vivere relazioni autentiche, devono essere ascoltati in maniera attiva, senza pregiudizi, per imparare a gestire le loro emozioni e crescere in modo equilibrato. San Fele, famoso in tutta Italia per le sue cascate, e un piccolo gioiello immerso nei boschi con cibo buono e aria pulita e mi piace valorizzare con l’Unicef le scuole di queste realtà che hanno saputo conservare una meravigliosa dimensione umana. Mentre i piccoli si lavano le mani, nell’aria si espande il profumo buono di pasta e lenticchie. Fabio il cuoco ci aspetta in una sala mensa colorata e accogliente che la bidella Donatina Gregorio ha preparato con cura. Si accomodano in silenzio e mangiano quasi tutti anche le lenticchie, in maniera ordinata, senza capricci. Con le maestre parlo del laboratorio da avviare e arriva anche la professoressa Sabrina Fezzuoglio che coordina il progetto con l’insegnante di scuola primaria Maddalena Girardi per tutti gli alunni di San Fele. Mangiati i sofficini, le carote e la mela è tempo di conoscere, seduti in cerchio, la pigotta, la bambola di pezza dell’Unicef che, adottata da persone generose, salva la vita dei bambini più poveri con i kit salvavita (vaccinazioni e vitamine). Diamo un nome alla pigotta e con lei prendiamo l’areo con l’aiuto di un grande cartellone colorato, per andare in Africa. E arriva subito dopo il momento delle “coccole”. Con l’aiuto di un libro illustrato parliamo delle paure con i piccoli e chiediamo come le vincono. Alle quindici mi aspettano alla sede centrale e devo scappare. Saluto i bambini e le loro maestre che si sono impegnate a creare cinque pigotte con l’aiuto di mamme e nonne che verranno a scuola. Nel salone della scuola, che si trova all’inizio del paese, dispongo le sedie in cerchio e respiro un qualche imbarazzo nelle mamme, nelle insegnanti e nell’unico papà quando invito tutti a sedersi. Con Maddalena e Sabrina sono con noi le docenti Fausta Petruzzelli, Tina Zappacosta, Gerardina Petrino, Gerardina Tronnolone e Carmen Graziano. Chiedo a tutti di raccontarsi, tenendoci per mano, guardandoci negli occhi, senza interrompere e senza “pregiudizi”. Comincio io. Piano piano una certa ansia si dilegua, tutti, quando viene il loro turno, parlano della famiglia, dei figli, del lavoro, delle passioni e delle loro sofferenze. Il cerchio mi aiuta a spiegare che “Non perdiamoci di vista” assicura il rispetto dei diritti fondamentali del bambino perchè educa l’intelligenza emotiva di ciascuno e aiuta a prevenire l’aggressività, il bullismo e il cyberbullismo. Con l’aiuto di video e slides illustro il progetto e chiedo al papà e alle mamme di lavorare con gli insegnanti per educare al rispetto di ciascuno e all’uso consapevole e corretto di internet e dei cellulari. Ci diamo appuntamento per la fine di gennaio per verificare i progressi compiuti e presentare la guida all’uso consapevole di internet che l’Unicef ha predisposto. Con Maria Montessori lascio i genitori con questo suo consiglio “Ascolta sempre attentamente tuo figlio. Rispondigli quando ti fa domande o commenta qualcosa”.

Mario Coviello

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