Tito, ecco l’Albo delle Famiglie Affidatarie per accogliere minori stranieri in situazione di disagio. Il racconto di Mario Coviello

Ho accettato con piacere in quest’epoca di “passioni tristi” l’invito, come presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, dell’assessore comunale alla cultura e all’Istruzione del Comune di Tito, Fabio Laurino, a partecipare alla presentazione dell’Albo delle Famiglie affidatarie. Arrivo intorno alle 18,00 e nella biblioteca comunale “Lorenzo Ostuni” mi accoglie con l’assessore Laurino, Loredana Bruno, avvocato, mamma affidataria di Musa e presidente dell’associazione “Volontari scuola Tito”. Con lei Patrizia Bianco che ha adottato Anastasia e ha raccontato la sua esperienza nel libro “Controcanto, verso il vento”, casa editrice Kimerik, che stasera presenta. Con lei Valeria Montanari, presidente del Tribunale per i minorenni di Potenza e Natina Marino, insegnante di scuola dell’infanzia di Picerno, mamma di Abubakar, minore straniero che è fuggito dalla Costa d’Avorio, e che ha adottato e accompagnato a luglio a ritrovare la mamma che lo ha partorito. Questa sera racconta, anche con foto su un grande schermo appositamente preparato, il suo viaggio e come ha imparato ad abbracciare un grande ragazzo “nero”. La sala si riempie di un pubblico attento e partecipe e il sindaco Graziano Scavone può introdurre la serata. Con l’assessore Laurino sottolinea la necessità dell’albo delle famiglie affidatarie per “rafforzare la cultura dell’accoglienza, coltivare necessarie sensibilità in rete con gli altri comuni e con la regione Basilicata e con enti e associazioni come l’Unicef per rispondere a tante difficili situazioni familiari, causate anche dalla crisi economica che ci attanaglia”. L’assessore Laurino sottolinea la collaborazione nella costruzione della rete delle famiglie affidatarie del garante per l’infanzia Vincenzo Giuliano e ringrazia per il lavoro che il Tribunale dei minori di Potenza sta portando avanti. La presidente del tribunale Valeria Montaruli ricorda che è aperto uno sportello per l’affido e racconta “il lavoro di sensibilizzazione per convincere “coppie rigide” a coltivare contiguità affettive per passare dall’adozione mite a quella definitiva”. Io parlo del figlio di mio fratello adottato a 12 anni, di Kassim e Felix due minori stranieri non accompagnati che frequentano la scuola media di San Fele e che ho raccontato in un corto. E soprattutto invito a respingere il clima di paura che investe la nostra Italia e il nostro sud e ad accogliere queste persone che hanno bisogno del nostro sorriso, di sentirsi accolti. Si continua con la testimonianze di Loredana Bruno che invita “ad aprire le case, ad aprire i cuori perchè chi dà riceve sempre”. Patrizia Bianco ricorda lo sguardo di fiducia di sua figlia Anastasia che aveva 8 anni quando ha avviato in Ucraina il percorso per l’adozione. Si commuove quando si sente definitivamente madre perchè si sveglia una mattina con al collo la sua bambina febbricitante che aveva assistito tutta la notte. Racconta il coraggio di “aprire la porta ai fantasmi” perchè “quello che abbiamo costruito non ce lo toglierà nessuno” e, con un paziente lavoro con il marito, convince la figlia a tornare in Ucraina per ritrovare quella madre che le aveva fatto patire la fame e che non aveva ancora perdonato. Natina Marino racconta l’Africa, i bambini che ricevono le sue caramelle, la preghiera con la famiglia di Abubakar di religione mussulmana, il pasto consumato insieme e il figlio che la imbocca, dandole un pezzo di pesce che è stato cucinato in suo onore. Emily Dickinson ha scritto. “Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola” e questa sera il coraggio della testimonianza di tre madri ci incoraggia nel nostro difficile cammino verso l’accoglienza, l’integrazione, l’arricchimento reciproco per un mondo più giusto.

Mario Coviello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *