“MENSana”, nelle mense scolastiche di Potenza riparte il progetto sperimentale di riabilitazione psichiatrica tramite inserimento lavorativo

E’ ripartito il progetto di riabilitazione psichiatrica tramite l’inserimento lavorativo della Multiservice Sud e del Dipartimento di Salute Mentale di Potenza. “MENSana” è un esperimento che permette agli utenti del centro diurno “La tartaruga” di prestare due mesi di attività lavorativa presso mense scolastiche della città. Dopo i risultati della prima sperimentazione, che ha creato le condizioni per l’effettivo reintegro socio-economico di uno dei partecipanti, riparte con più grandi speranze anche quest’anno. Le mense scolastiche coinvolte: Galli 2, Busciolano, Domenico Savio.

E’ passato quasi un mese dall’inizio del rapporto lavorativo e sul volto dei ragazzi del centro diurno “La tartaruga” è già comparsa la soddisfazione di sentirsi “normali”. Ed è la normalità conquistata il primo obiettivo della seconda edizione di “MENSana”, il progetto di riabilitazione psichiatrica grazie all’inserimento lavorativo della cooperativa Multiservice Sud, ente gestore del centro diurno “La tartaruga”, coordinato dal dott. Andrea Barra, psichiatra responsabile delle strutture riabilitative del Dipartimento di Salute Mentale. A Giovanni, Michele e Manuel il 2 maggio scorso è stata confermata la prima assunzione a tempo determinato presso la Multiservice Sud in qualità di “operaio livello A1 con mansioni di addetto mensa”, rapporto di lavoro che terminerà il 23 giugno prossimo. E’ la prima volta che i tre ragazzi, utenti del centro diurno “La tartaruga”, firmano un contratto di lavoro. Un impegno che per tre giorni a settimana li vede “cittadini normali”, che svolgono la propria vita tra casa e lavoro, col gratificante compenso economico per aver prestato la propria opera lavorativa. L’anno scorso, con il primo esperimento MENSana era toccato ad altri quattro utenti del centro riabilitativo gestito dalla Multiservice e l’ottimo risultato ottenuto ha incentivato il presidente della cooperativa, Mario Bonavoglia, a riproporlo tra le attività, con la speranza di poter offrire la stessa esperienza a ciascun membro del centro: «A seguito dell’esperimento MENSana 2017, il nostro caro Rocco è stato dimesso – dichiara Bonavoglia –  La sicurezza conquistata in un ambiente di lavoro vero, non simulato, quale quello delle mense della Multiservice e l’autostima ricavata dalla consapevolezza di “farcela da solo” ha permesso a Rocco di rientrare nella società civile a pieno titolo. Dopo anni di disturbi psichiatrici, ha fatto l’esame di guida, ha ottenuto la patente e ora lavora stabilmente. Il suo processo riabilitativo ha avuto un’impennata tale da procurargli l’attestato di “normalità” – continua Bonavoglia- Una guarigione che è tutta “sociale” in quanto deriva dal riconoscimento di un “valore”, economico e collettivo, dell’individuo. Dopo un risultato del genere, abbiamo voluto riproporlo ai nostri ragazzi, con la speranza di nuove dimissioni». Speranze condivise anche dallo psichiatra Andrea Barra, responsabile delle strutture riabilitative del Dipartimento di Salute Mentale, che conferma: «La nuova frontiera per il concetto di “salute mentale” entra a pieno titolo nel territorio della “Recovery”, ovvero la capacità di restituire una persona al proprio contesto sociale, così da rinforzare l’identità dell’individuo e preparare l’ambiente sociale ad accoglierlo. Una buona salute mentale consente agli individui di realizzarsi di superare le tensioni della vita di tutti i giorni, di lavorare in maniera produttiva e di contribuire alla vita della comunità». Constatare la “guarigione” di un utente è stata una soddisfazione professionale enorme per l’educatrice e coordinatrice del servizio a “La tartaruga” Rosangela Perniola. La strategia riabilitativa incentrata sul «miglioramento della qualità della vita di ciascun utente» è risultata vincente. I valori dell’autonomia e dell’autostima che è possibile trasferire tramite l’attività lavorativa sono capaci di far riemergere l’integrità psichica dell’utente. «Le nostre attività sono orientate soprattutto alla dimensione collettiva dell’utente, quella troppo spesso oscurata – sostiene la dott.ssa Perniola – Le attività lavorative, così come le visite all’emeroteca della Biblioteca Nazionale di Potenza o i soggiorni estivi hanno tutte la finalità di mettere in “connessione” il malato psichiatrico con la società e fornigli strumenti necessari per interpretare il ruolo di “cittadini attivi” all’interno del consorzio umano». Risultati che non tardano a vedersi anche nelle famiglie dei ragazzi. Il senso di responsabilità è una delle modifiche comportamentali più evidenti in tutti coloro che partecipano al progetto MENSana. Andare a lavoro significa anche saper gestire al meglio il proprio tempo, consapevoli delle attività “produttive” da svolgere lungo la giornata. Lucia Troia, sorella di Giovanni, ha da subito notato la necessità della puntualità sorta in Giovanni da quando alle 9:30 deve timbrare il cartellino. «Giovanni non vuole perdersi neanche un minuto delle sue ore lavorative, è diventato perentorio sull’orario di ingresso a “La tartaruga” per poi andare a lavoro. Sicuramente – sorride Lucia- anche la possibilità di cambiare ambiente, avere rapporti con i colleghi e vivere una quotidianità come tutti quanti gli altri ha riacceso in lui la voglia di “mettersi in gioco” e ricominciare ad agire»

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