L’Istituto di Istruzione Superiore “E. Battaglini” di Venosa con l’Unicef per la costruzione di un mondo solidale

La professoressa di diritto Fiorella Di Ciommo, referente Unicef mi accoglie con calore nell’Istituto di Istruzione Superiore “Battaglini” di Venosa la mattina del 26 marzo 2018 con il cesto delle pigotte che i suoi ragazzi hanno creato e la locandina del Battaglini “Scuola Amica Unicef”. Fiorella ha lavorato con impegno nei mesi precedenti e da anni insegna ai suoi alunni la necessità della difesa dei diritti dei bambini e dei ragazzi. Mi fa vedere la pigotta di Azmera Olbrite, una ragazza eritrea, ospite di un centro di accoglienza a Venosa che è rimasta a scuola per qualche mese e poi si è ricongiunta ai suoi fratelli che vivono in Europa. I compagni le hanno preparato una bambola che ha il suo colore della pelle e Olbrite ha voluto che rimanesse a scuola per tenere vivo il legame con persone che “mi hanno dato tanto, anche se per poco tempo”. Nell’auditorium è pronto Daniel Karim con la sua chitarra. Ciascuno dei tre incontri è stato introdotto da una sua canzone. Daniel in inglese, con una voce calda e intonata, ha sottolineato la necessità dell’ascolto, del rispetto, del diritto alla felicità di tutti gli uomini. Le due classi prime A e B del Professionale, Servizi Commerciali hanno seguito e commentato i video dell’Unicef che aiuta i bambini soldato a tornare a scuola, le spose bambine a imparare un mestiere, che ai ragazzi di strada del Bangladesh dona cibo caldo, una doccia, un luogo per imparare a leggere e scrivere. Tutti i ragazzi conoscono l’Unicef, e la sua missione. I video hanno spiegato come l’Unicef utilizzerà i 250 euro che hanno raccolto con l’adozione delle pigotte che hanno creato. Al termine dell’incontro due alunni mi hanno consegnato su un foglietto questi pensieri che trascrivo. Simone Savino ha scritto: “Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: ad essere contenti senza un motivo, ad essere sempre occupato, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.” Michele Pera ha aggiunto: “Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono, perché lo sanno già. Le favole insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”. Il secondo e terzo gruppo di alunni di terza, quarta e quinta ragionano sui video che raccontano l’Unicef che aiuta i bambini soldati a tornare a scuola, le spose bambine a imparare un mestiere, che ai ragazzi di strada del Bangladesh dona cibo caldo, una doccia, una stanza al caldo per imparare a leggere e a scrivere. Subito dopo Giuseppe Russo, il volontario che sta svolgendo il servizio civile con l’Unicef occupandosi di minori stranieri non accompagnati, ha portato avanti con le quattro classi un confronto animato sull’immigrazione in Italia. Con sincerità i ragazzi, sia nel secondo che nel terzo incontro, si sono divisi in due gruppi: i favorevoli e i contrari all’accoglienza e all’integrazione. I secondi hanno usato le espressioni più ricorrenti che troviamo sui social e sentiamo in piazza, nei bar…: “Prendono 25 euro al giorno, ci rubano il lavoro, delinquono, prima gli italiani…” I primi hanno sottolineato la necessità di distinguere tra quelli che scappano dalla guerra, dalla fame, dalla violenza e quelli che migrano alla ricerca di un futuro migliore. Giuseppe ha ricordato che gli stranieri in Italia sono meno dell’otto per cento della popolazione e che tutte le statistiche su furti, rapine.. omicidi, stupri che si commettono nel nostro paese vedono percentuali minime di immigrati. Attraverso la storia di Mario, il giovane immigrato clandestino che vive per strada a Roma da un anno e che l’unità di soccorso dell’Unicef assiste, le testimonianze tratte da “ Human”, il film di Yann Arthus-Bertrand, di un ragazzo che in Niger ha visto i suoi genitori uccisi con il machete e di una donna che ruba chicchi di riso ai topi nelle loro buche per non morire di fame, i ragazzi hanno approfondito e discusso il tema scottante degli immigrati e delle politiche del governo italiano e dell’Europa nei loro confronti. Il dirigente scolastico Claudio Martino ha seguito con interesse gli incontri e ha ringraziato a nome di tutta la scuola la professoressa Di Ciommo, l’Unicef e gli alunni per gli incontri sottolineando che “le pigotte create dei ragazzi per i più poveri sono segno di speranza per la costruzione di un mondo più solidale”.

Mario Coviello

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