L’impresa del fotografo lucano Angelo Chiacchio: in 30 tappe il racconto di terre e popoli a rischio

Vuole raccontare il mondo che scompare. Territori offesi dall’inquinamento, culture e popoli che rischiano l’estinzione. Un viaggio dalla Basilicata alla Basilicata passando per Turchia, Tanzania, Isole Maldive, Nepal, Mongolia, Cina. E ancora: Nuova Zelanda, Giappone, Ecuador, Perù, Bolivia, Venezuela, Malesia, Stati Uniti, Argentina e Portogallo.  

Ha appena terminato l’ultimo pranzo con la sua famiglia prima della partenza. Un sontuoso pranzo lucano dove la carne è regina: le ruccole (maccheroni con il ferretto) con le polpette al sugo di maiale, l’immancabile agnello al forno e la salsiccia fresca grigliata. Tanto per gradire. Una domenica speciale trascorsa con amici e la sorella tornata da Milano per festeggiarlo prima della sua nuova avventura. Lui è Angelo Chiacchio, 30 anni, filmaker, fotografo, ma, soprattutto, socio di un avviato studio di design che si occupa di innovazione e creazione di tecnologie a Parigi. Da domani inizia il suo viaggio. Trecento giorni di esplorazione in trenta località «nel mondo che scompare». Ogni tappa sarà documentata: sui social e sul web. Il viaggio inizierà dal suo paese di origine, Episcopia, un piccolo centro lucano incastonato su un montagna a metà strada tra lo Ionio e il Tirreno. Terminerà tra poco meno di un anno a Matera, capitale europea della Cultura 2019. «Ho deciso di investire i miei risparmi in un’avventura che sognavo da anni. È’ una sfida personale, ma non solo. Ho diviso i luoghi da visitare in due gruppi: paesaggi in pericolo e culture che scompaiono. In alcuni casi, si sovrappongono», racconta.  Da sei anni Angelo Chiacchio vive e lavora a Parigi. Ha lasciato Episcopia a 19 anni. «Ho deciso di esplorare i luoghi più rari e più fragili della Terra, prima che scompaiano per sempre. L’obiettivo non è necessariamente quello di indagare cause o proporre soluzioni, ma prima di tutto di sperimentare in prima persona il rapporto tra l’Uomo e la Terra e raccontarlo in un documentario social e web, su Ephemera.life». Ma le sue mete non saranno solo i luoghi in pericolo minacciati dall’inquinamento e dalla mano dell’uomo. «Voglio anche catturare le vite e le tradizioni dei popoli che ancora conservano i loro modi e costumi tradizionali: dalle ultime tribù nell’Africa meridionale alle comunità di piccoli paesini». Angelo, esploratore 2.0 vuole mettere la sua passione per la creatività e per le nuove tecnologie digitali al servizio della sua impresa. E lasciare un ricordo per i posteri. E allora nel suo enorme zaino, ottanta litri di capienza e venti chili di peso, prima del kit dei medicinali e dei pochi capi di abbigliamento hanno un posto speciale i suoi inseparabili compagni di viaggio. «Sono gli strumenti compatti e di ultima generazione che porto con me per realizzare un social-web-documentary in inglese», dice. «Sono le mie estensioni, le mie protesi. E grazie a loro posso lasciare alle nuove generazioni traccia della Terra più fragile che fra decenni potrebbe non esserci più». «Saranno con me sempre la mia fotocamera Mirror Less e 4 obiettivi che mi permetteranno di fare foto e video, una fotocamera 360, il pc Mac e un IpadPro ma soprattutto un drone». Tutto parte proprio dal drone. L’idea di questo lungo viaggio nel mondo che scompare ad Angelo Chiacchio è venuta mentre lavorava con la sua agenzia parigina «Nodesign» come partner dell’azienda francese Parrot che stava progettando il «Bebop 2», il drone capace di seguire le persone in autonomia. «In quel momento ho pensato a lui come mio unico compagno di viaggio che potesse seguirmi nei posti più remoti e sconosciuti per raccontarli sul web, sul sito Ephemera.life, sui social e al mio rientro in un film documentario, in un libro fotografico e in mostre». Creatività e passione per le tecnologie che inizia prestissimo: «A 9 anni – racconta – mio padre mi regalò un pc con l’allora nuovissimo Windows 95. La prima cosa che feci fu usare Microsoft Paint per disegnare. Quel momento cambiò la mia vita. Decisi che un giorno il mio lavoro avrebbe dovuto avere qualcosa a che fare con quelle macchine». Angelo ha continuato a scattare foto, montare video e girare cortometraggi da adolescente. E non ha mai smesso: «Con i miei amici Walter Molfese e Ilaria Navarra ho raccontato il patrimonio naturale del nostro paese con il progetto “Italia senza tempo”». Questa volta però, parte solo. E non per una esplorazione nel Parco del Pollino o nel Gran Sasso. «È una scelta: mi costringerà sempre a immergermi in un nuovo posto senza reti di sicurezza. Ciò mi permetterà anche di evitare il più possibile l’effetto Hawthorne, secondo il quale gli individui modificano il loro comportamento in risposta al fatto di essere osservati». Angelo Chiacchio da un mese pianifica ogni dettaglio del suo viaggio. Compresi suoi costi: 60 mila euro. Da tre anni lo sogna. Da sei mesi segue un allenamento fisico che gli permetterà una maggiore resistenza e fa i vaccini necessari. La partenza è tra dodici ore. Buon viaggio Angelo.

Fonte: La Stampa

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