Giuseppe Grezzi, il lucano che sta cambiando la mobilità di Valencia

Giuseppe Grezzi è Lucano e fa parte di quella schiera di giovani Italiani che ha lasciato il proprio paese per cercare fortuna all’estero

Nell’anno 2000 Giuseppe ha lasciato Bologna, la città dove aveva studiato per seguire quella che poi diventò sua moglie. Una storia da manuale della Erasmus generation. La destinazione per lui è stata Valencia, terza città della Spagna, adagiata sulle sponde del Mediterraneo proprio dove questo incontra le acque del fiume Turia. A Valencia impara lo Spagnolo, prima e il Valenciano, poi. E inizia ad appassionarsi alle vicende politiche della nuova città di adozione. Frequenta gli ambienti di un partito ambientalista e si impegna molto sul territorio. Alle elezioni del 2016, il suo partito si candida alle elezioni comunali in una coalizione dal nome “Compromis”, compromesso. La nuova coalizione sbaraglia il partito al governo della città da 24 anni e Giuseppe viene eletto al consiglio comunale dove poi diventa assessore alla mobilità di una città di un milione di abitanti. Ho avuto modo di incontrare Grezzi la prima volta a Velo-City (la più grande conferenza internazionale sulla ciclabilità) a Nijmegen l’anno scorso. Esponeva i suoi progetti futuri e i primi risultati in una tavola rotonda con i delegati delle altre città europee. La ricetta era semplice, ma ambiziosa: ridurre il parco auto circolante disincentivandone l’uso offrendo in cambio ai cittadini spazi pubblici di qualità per camminare, infrastrutture leggere per la ciclabilità per gli spostamenti di breve portata e tanto trasporto pubblico per gli spostamenti di più ampio raggio. L’ho incontrato nuovamente poco meno di un mese fa, durante un viaggio studio proprio nella su città. Abbiamo trascorso un pomeriggio assieme durante il quale ci ha portato in giro per la città per mostrarci gli interventi fatti, a dimostrazione che non erano solo chiacchiere quelle sentite pochi mesi prima. L’idea alla base di tutto è di sottrarre spazio alle automobili per restituirle alle persone attraverso interventi a costo estremamente basso distribuendo alberelli e fioriere qua e là per reindirizzare il traffico veicolare. “Utilizziamo i principi dell’urbanismo tattico”, mi dice: “davanti al mercato coperto abbiamo eliminato degli spazi di sosta con pochi vasi di fiori, lo spazio ricavato viene utilizzato adesso dal bar antistante che ha potuto mettere dei tavolini in strada dove la gente si siede e chiacchiera. I rivenditori del mercato hanno protestato all’inizio, ma adesso credo che non tornerebbero indietro”.  Tutto attorno del centro storico gira un anello ciclabile o, come direbbero a Bologna, una “tangenziale delle biciclette”. Sono 5 km ricavati sottraendo una corsia alle automobili. Il progetto è costato complessivamente 700.000 euro ma, dice Grezzi, “con quei soldi non abbiamo solamente realizzato la ciclabile, abbiamo anche ampliato i marciapiedi e migliorato le fermate dei mezzi pubblici. Ci abbiamo messo un anno e mezzo, ma siamo soddisfatti”. L’idea è chiara: ha realizzato una pista ciclabile bidirezionale che corre sul lato esterno della circonvallazione. Presto i ciclisti aumenteranno e si renderà necessaria un’altra pista nella parte interna della strada. In questo modo ogni direzione avrà il proprio spazio protetto. E il sistema funziona: lungo l’anello ci sono ciclisti e pattinatori di tutte le età e di tutte le classi sociali che sfrecciano avanti e indietro. Mentre pedaliamo, in molti lo riconoscono per strada, lo fermano e lo salutano. Spesso lo ringraziano per l’annello ciclabile che gode di molto apprezzamento. “All’inizio molti colleghi di governo mi criticavano perché dicevano che volevo fare troppo in troppo poco tempo. Ma la verità è che non c’era un minuto da perdere: la mobilità ha un impatto enorme sulla vita delle persone e noi non potevamo costringere ancora i nostri cittadini a vivere assediati dalle auto.“, dice.  “Oggi i cittadini vedono come sta cambiando la città e questo cambiamento piace a moltissime persone. È anche vero, però, che incontriamo molte resistenze da gruppi consolidati di potere: riceviamo attacchi quotidiani dalla stampa locale a cui non piace quello che facciamo perché mettiamo in discussione il vecchio modello basato sulla fluidificazione del traffico contrapponendogli la moderazione del traffico. Ci sta”. Ci salutiamo davanti alla stazione dove ci racconta dei suoi prossimi progetti di pedonalizzazione di due grandi piazze centrali della città e ci rilascia questa breve intervista. Per quanto io non sia nazionalista, in qualche modo sono felice di sapere che c’è un connazionale che sta cambiando Valencia come io vorrei che venisse cambiata la mia città. E chissà che un giorno non arrivi anche uno Spagnolo da noi a cambiare in meglio le nostre città.

Fonte: bikeitalia.it

1 commento

  1. paolo

    giuseppe grezzi è di Vico Equense che, se la geografia non è un errore, è in provincia di Napoli… per cui di lucano credo non abbia neanche l’unghia del mignolo del piede sinistro. Qui a valencia sta facendo casino e niente più

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