È stato posto ieri agli arresti domiciliari per decisione del Gip del Tribunale di Napoli, il giudice Mario Pagano, in servizio a Potenza presso al sezione civile del Tribunale, fino al settembre del 2016 e attualmente in servizio presso il Tribunale di Reggio Calabria. I fatti che hanno portato però all’arresto non hanno a che fare né con la Basilicata né con la Calabria ma con il precedente periodo in cui Pagano era giudice presso il Tribunale di Salerno, veste nella quale «si sarebbe adoperato nel tempo – sostiene la Procura di Napoli – per favorire imprenditori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia, trattando cause riferibili a tali amici con esito favorevole per questi ultimi» e «ricevendo dagli imprenditori utilità varie». Il Gip di Napoli ha anche disposto il sequestro preventivo di circa 500 mila euro «somma corrispondente al totale delle erogazioni effettuate, nel tempo, dagli imprenditori per le attività corruttive, ed all’ammontare dei finanziamenti indebitamente percepiti – riferisce il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino – dalla Eremo (proprietaria di un agriturismo, società riferibile allo stesso magistrato ed ai componenti del suo nucleo familiare». Nella stessa operazione sono state adottate altre sei misure cautelari. Arresti domiciliari per il funzionario giudiziario Nicola Domenico Montone, divieto di dimora per gli imprenditori Luigi Celestre Angrisani, Riccardo De Falco, Giovanni Di Iura e Roberto Leone ed infine obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti del consulente fiscale Antonio Piluso. (fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno)