Radar sul Monte Li Foj, il Consiglio di Stato annulla la sentenza del Tar Basilicata. Il Comitato: “I lavori potrebbero già iniziare”

Brutte notizie dalla Capitale dopo che il Consiglio di Stato si è pronunciato sul ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio – Dip. Protezione Civile. Detti uffici avevano chiesto l’annullamento della sentenza del TAR di Basilicata dello scorso febbraio nella quale si obbligavano gli enti di tutela ambientale ad analizzare attentamente gli effetti che avrebbe potuto causare l’istallazione dell’ormai noto Radar su M. Li Foj. Giovedì 9 novembre, in sede di appello, è stata annullata la sospensiva contenuta nella sentenza del TAR di Basilicata. Sul merito della causa se ne ridiscuterà il 10 maggio 2018. Quindi si potrebbe dire che “la sola soppressione della sospensiva” non sia una grande sconfitta, ma difatti l’annullamento permette di iniziare con i lavori e lo si potrebbe fare anche nei prossimi giorni; l’ultimo ed unico altro veto sta nelle mani del Comune di Picerno, che ha il potere di modificare il regolamento urbanistico e dare l’effettivo “via libera”. I tempi sono stretti, le notizie non buone, ma c’è da ricordare che non si sarebbe mai arrivati a tanto, non si sarebbero mai scoperti certi giochetti e non si sarebbe mai pensato a tutelare il territorio senza le pressioni e le attenzioni del Comitato No Radar. Nonostante le novità non c’è da disperare. Nell’attesa della sentenza di maggio 2018 si studieranno nuove strategie, di riserva nel caso bisognerà ripartire da zero, ma come ormai dimostrato abbondantemente, il Comitato No Radar non mollerà così facilmente la presa. Qualcosa tuttavia dovrebbe far riflettere. Dalla lettura dell’ordinanza di giovedì non si può far a meno di rilevare quanto sia mutato linguaggio presso gli organi più alti: già un’altra volta il Consiglio di Stato si era pronunciato a proposito del Radar a noi noto, denotando l’opera come “non strettamente necessaria al buon funzionamento dell’intera rete”, mentre nel verbale di pochi giorni fa si annulla la sospensiva “tenendo conto dell’indispensabilità dell’opera”. Certo è che con la stessa energia messa in campo dal Comitato si spingono anche le controparti interessate dalla realizzazione dell’impianto. Sia chiaro che il comitato pretende solo tutele e l’esclusione di ogni possibile danno ambientale ed alla salute, tutto ciò infine è stato anche sentenziato dal TAR di Basilicata. Le controparti, che fin dal principio di questa storia avevano giurato sull’utilità e innocuità dell’impianto, tuttavia si sono mossi in tutte le direzioni tranne che nel dare prove dell’ormai fantomatica innocuità.

comunicato stampa
Comitato “No Radar” Picerno

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