Niente comunione per la mamma separata. A Tito monta la polemica

TITO – Il parroco non impartisce il sacramento dell’eucarestia alla sua compagna, separata e scoppia la polemica prima in chiesa (Convento di S. Antonio di Padova) e poi in paese. A lanciare le accuse contro il sacerdote è il compagno anche lui separato della signora a cui è stata negata la comunione. Ecco come racconta la storia alla «Gazzetta». «Siamo una coppia di persone separate e dal 2010 – dice Gaetano Ferrara – abbiamo messo su una nuova famiglia e nel contempo una nuova casa e la nascita di un bambino ha completato il quadro familiare. La mia compagna aveva già dei figli così come anche io. Ma ecco i fatti. Domenica 28 maggio, la bambina della mia compagna, insieme ad altre 23 coetanee, ha ricevuto la sua prima comunione dopo cinque anni di regolare frequenza al catechismo parrocchiale». «La mattina del giorno precedente – prosegue Ferrara – il parroco di Tito, Don Giovanni Di Carlo ha mandato a chiamare solo le mamme separate che erano tre (i papà separati invece no). Alla mia compagna ha comunicato che in occasione della prima comunione non poteva prendere l’eucarestia perché separata e convivente con me. Mentre le altre due mamme l’eucarestia la potevano prendere perché, anche se separate, non convivevano con nessuno. La mia compagna. ne è uscita mortificata ed umiliata perché sarebbe stata l’unica mamma a non ricevere l’eucarestia. La sera dello stesso giorno con tutte le 24 bambine e con i rispettivi genitori ci siamo recati in chiesa per fare le prove della comunione». «Durante le stesse – prosegue il nostro lettore – tutte le mamme ed i papà hanno ricevuto l’eucarestia. tranne la mia compagna. A quel punto vedendola in lacrime sono salito sull’altare e alla presenza di tutti ho affrontato Don Giovanni dicendogli che non era giusto trattare in questo modo una mamma lasciandola in disparte e umiliandola alla presenza di tutti. Ho continuato dicendo chi sei tu per giudicare una persona? Altri sacerdoti sicuramente non avrebbero avuto un comportamento simile nei confronti di una mamma». Nel racconto Ferrara sostiene che don Giovanni «non dava la comunione alla mia compagna era perché doveva rispettare le disposizioni impartite dal vescovo di Potenza. A questo punto risposto don Giovanni anche il Papa ha aperto le porte della Chiesa ai separati dicendo che potevano prendere l’eucarestia. Ha anche detto di aprire tutte le strutture di proprietà della Chiesa ai profughi ed agli ultimi, ma purtroppo sono parole andate al vento». Siamo ora a quella famosa domenica. Nel corso della funzione religiosa, nel momento in cui veniva data l’eucarestia alle mamme – aggiunge Ferrara « le altre due mamme e un papà separati che avevano ricevuto il benestare di Don Giovanni per ricevere l’eucarestia, non lo hanno fatto per solidarietà nei riguardi della mia compagna esclusa. Un gesto bellissimo di solidarietà che secondo un mio punto di vista è stato proprio questa azione la vera eucarestia ricevuta. Il sacramento dell’Eucarestia ancora oggi viene dato agli assassini, ai mafiosi ed agli stupratori, ma non alle mamme vittime, oltretutto, di femminicidio e stalking. Ed è anche per questo motivo che difficilmente metterò più piede in chiesa quando vi è la presenza di Don Giovanni».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

2 comments

  1. Giuseppe De Santis

    I comandamenti non sono negoziabili, uno che non ci crede può anche non andare in chiesa..
    Non si può pensare di prendere l’Eucarestia (il corpo di Cristo) e poi dirsi Cristiani, si è cristiani quando si rispetta la volontà di Cristo morto sulla croce..
    Che è nel rispetto dei 10 comandamenti..
    Prendere l?eucarestia non in stato di grazia è un sacrilegio grave, che neppure il Papa può dire il contrario.

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