ll gran concerto del super duo Gibboni-Silvestro estasia il pubblico dello Stabile di Potenza

 Il 1° aprile, nell’immaginario collettivo, evoca sempre scherzi e bufale di ogni genere. In questo caso, invece, non si tratta di alcun pesce d’aprile: è tutto vero, anche se incredibile. Infatti, sabato sera, alle ore 20:00, nella magnifica cornice del piccolo gioiello architettonico del teatro “Francesco Stabile”, del capoluogo regionale, grazie al patrocinio del Comune di Potenza, dell’Istituto di credito Monte Pruno e dell’Associazione Sinergie Lucane, si è alzato il sipario sul gran concerto del super duo formato dal non ancora sedicenne Giuseppe Gibboni, allievo del Liceo musicale e studente di violino al Conservatorio ”G. Martucci” di Salerno, astro nascente del violinismo italiano, e Fabio Silvestro, 32enne pianista affermato, diplomato col massimo dei voti al Conservatorio musicale “Gesualdo da Venosa” di Potenza e perfezionamento di 2° livello presso l’Accademia di Santa Cecilia, in Roma. Il giovanissimo Gibboni è figlio d’arte (madre pianista, padre violinista) e ha l’onore di suonare un violino del 1710, di Giuseppe Testori. E’ padroneggiando questo nobile strumento, come pochi eletti al mondo sanno fare, che questo enfant prodige ha dato un saggio della sua eccezionale predisposizione genetica per la musica, fornendo una performance degna dei migliori violinisti dell’era contemporanea. Questo talento con un palmares invidiabile (finalista con la famiglia al talent show “Italia’s Got  Talent” di Canale 5, nel 2012; vincitore del concorso “Giovani talenti” del programma “I fatti vostri” su Rai 2; vincitore nella “Gara tra conservatori” a ”Mattina in famiglia” di Rai Uno, nel 2014; vincitore, nel 2016, della prima edizione italiana di “Prodigi- La musica è vita” su Rai 1, realizzata in collaborazione con l’UNICEF), con l’accompagnamento al pianoforte del suo alter ego M° Silvestro, con cui ha una sintonia perfetta, ha eseguito un pout pourri di brani tratti dal loro CD, registrato con la Nuova Orchestra da camera “Ferrruccio Busoni” dalla prestigiosa Warner Classics di Londra ( la stessa casa discografica che fu di Maria Callas!) in collaborazione con l’UNICEF. Il concerto, presentato dalla prof.ssa Paola Guarino, si è snodato attraverso “funamboliche successioni di armonie arpeggiate, veloci moti perpetui, colpi d’arco, pizzicati della mano sinistra” che hanno mandato in visibilio l’attento, esigente pubblico che gremiva il teatro. Il primo brano è stato una “Fantasia” di P. De Sarasate sui temi della “Carmen” di Bizet. A seguire: la ”Humoresque op.101 N. 7”; i ” Capricci NN. 1-5-24 dall’op. N. 1” di N. Paganini; ancora di Paganini: “ A’ la clochette”, dal “ Concerto N. 2- La Campanella; “Meditation” da “Thais” di J. Massenet; “The last Rose of  Summer” di H. W. Ernst (solo); e “Hora staccato” di G. Dinicu (tr. Jascha Heifetz). E, come succede nei grandi concerti, non poteva certo mancare il bis. La scelta è caduta sul “Tema principale ” della colonna sonora de “Il postino” di L. Bacalov e, dulcis in fundo, “Il volo del calabrone” (tr. Jascha Heifetz) da “La fiaba dello zar Saltan” di N. R. Korsakov, di cui il virtuoso Gibboni, dal 2015, è campione mondiale di velocità di esecuzione: solo 50 secondi (sic!). In preda all’entusiasmo, non ho potuto resistere alla curiosità di porgere un paio di domande a questi due virtuosi, che si sono esibiti anche in prestigiosi teatri di nazioni con una grande tradizione musicale come la Germania, la Slovenia, la Slovacchia, Cuba etc. D- “Maestro Silvestro, Lei che proviene da un piccolo paese della Lucania, San Fele, cioè lontano dai grandi circuiti musicali, come ha fatto a raggiungere tali traguardi?” R- “ E’ vero che nascere in luoghi potenzialmente svantaggiati significa partire con un gap iniziale, ma con tanto impegno, forza di volontà e studio costante si possono ugualmente raggiungere buoni risultati. Io, all’età di tre anni, già suonavo l’armonica a bocca, e mia madre faceva fatica a strapparmela dalle labbra per farmi mangiare. Quando, poi, sono cresciuto, ho amato il violoncello, ma ho studiato il pianoforte, per avere maggiori chances di successo.”  Last but not least, al fenomeno Gibboni, invece, ho chiesto: <<Giuseppe, come fai, senza spartito musicale, a ricordarti a memoria complicatissimi capolavori assoluti come quelli di Paganini, Tartini ed altri geni della musica, ed entrare pure nel Guinness dei primati della velocità musicale con “Il volo del calabrone?”>>. La risposta è stata semplice, disarmante, quasi ingenua: << Entrambi i risultati raggiunti sono frutto di tanto, tantissimo studio e ore e ore di esercizi. Pensi, che io studio violino da dieci anni e a giugno mi diplomo. Inoltre, c’è il DNA: essere figlio di genitori musicisti, aiuta molto. Non a caso, anche le mie sorelle maggiori, gemelle, sono ottime violiniste.>> Insomma, questo simpatico ragazzo, di efebica bellezza, rimasto umile nonostante il successo, non ha grilli per la testa, ma solo trilli: sì, quelli del … diavolo. Di questa coppia sentiremo parlare a lungo!

Prof. Domenico Calderone    

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