Alla “Valle dei Cavalli” la Basilicata adotta Amatrice e promuove un pranzo di solidarietà per le popolazioni terremotate

Il paese di Amatrice, fino al 23 agosto 2016, era un luogo conosciuto in Italia solo per i famosi “spaghetti all’amatriciana”. Poi, dal 24 agosto, Amatrice è diventata tristemente famosa per il disastroso terremoto che ha investito tutto il centro Italia. Gli effetti maggiori si sono evidenziati durante l’ultima ondata di maltempo di gennaio, quando le macerie non rimosse del terremoto, sepolte dalla neve caduta copiosamente, come non mai, hanno praticamente ostruito le vie di fuga dai successivi eventi sismici, complicando oltremodo le operazioni di soccorso. E sappiamo tutti come, purtroppo, è andata a finire. Ora che l’emergenza neve sembra terminata, riemergono tutti i problemi che l’atavica lentezza burocratica, l’inerzia politica e i conflitti di competenza impediscono l’utilizzo dei fondi già raccolti, dietro l’alibi della loro insufficienza e dell’interminabile sciame sismico che non consentirebbe di operare in sicurezza. Di certo le immagini che passano nei telegiornali non sono rassicuranti, e i ripetuti appelli alla solidarietà vanno obtorto collo raccolti. Ed è proprio ciò che ha fatto e sta facendo, senza sosta, la Basilicata ( unico emirato al mondo, ricco di petrolio e di acqua, ma costantemente presente nella lista dei … poveri) attraverso la mobilitazione sociale delle tante associazioni no-profit disseminate nell’intera regione. Proprio come quella denominata “Briganti d’Italia” nel senso robinhoodiano del termine. Questo sodalizio, infatti, dopo un primo appuntamento nel capoluogo regionale lucano, curato dalla coordinatrice Donata Matturro, ha ripetuto il “format” organizzando una cena benefica il cui incasso è stato devoluto per i 2/3 alle popolazioni terremotate, emblematicamente rappresentate da Amatrice.  L’evento solidale si è svolto domenica 12 febbraio, tra flora e fauna, nella magnifica cornice naturalistica della Valle dei Cavalli, situata in agro di Atella (Pz), dove, alla presenza di numerosi commensali, alcuni dei quali in rappresentanza di associazioni benefiche, culturali e di volontariato, il vulcanico presidente dei “Briganti d’Italia”, Salvatore Summa, ha ringraziato tutti i convitati, di ogni classe sociale, aderenti alle due manifestazioni, quali “esempio tangibile di solidarietà umana e materiale dei Lucani, da sempre costretti anch’essi a vivere sotto la spada di Damocle di catastrofi ineluttabili come i terremoti.” Ciambotta paesana e, neanche a dirlo, penne … all’amatriciana, innaffiate con dell’ottimo aglianico locale, hanno realizzato la giusta sintesi gastronomica ed ideale della serata benefica, con il pensiero rivolto a coloro che soffrono nelle baracche, al freddo e al gelo: un déjà vu che, a noi lucani, cronista compreso, ci riporta immancabilmente al tragico, devastante sisma del 23 novembre 1980, di magnitudo 10° della scala Mercalli, 6,9° Richter (circa 3000 morti, 9000 feriti, 300000 sfollati, tra Basilicata ed Irpinia). Intelligenti pauca.

prof. Domenico Calderone

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