Picerno, tiene banco la questione radar. Il Comitato: “Continua la battaglia”. Per il M5S “seri dubbi sulla valutazione di incidenza ambientale”

Si è svolto anche il terzo della commissione ambiente regionale sulla questione del radar sul Monte Li Foj a Picerno. In una nota, il comitato fa sapere che erano presenti, come sempre, numerosi rappresentanti del comitato armati di buone intenzione nella battaglia contro il radar meteorologico della protezione civile. “Il presidente di commissione apre citando l’ultimo comunicato del Comitato No Radar in cui sollecitava l’Assessore Pietrantuono a rapide risposte. Robortella ci tiene a sottolineare che l’Assessore non è mai stato invitato alla discussione. “Pietrantuono non ci ha risposto se non dopo numerosi solleciti e la sua presenza era stata assicurata dal consigliere Lacorazza nell’assemblea del 19 ottobre scorso a Picerno” replica il Comitato. Oltre ai consueti politici (consiglieri regionali, Sindaco e Assessori del comune di Picerno) nella seduta odierna è intervenuto anche l’Assessore alle infrastrutture, Nicola Benedetto. Questi si è detto sensibilmente MONTI_LI_FOJ_FBinteressato alla faccenda e date le diverse istanze, riterrebbe utile fare luce sul procedimento, tenendo conto della storia che c’è dietro al radar, a partire dal 1998, quando la Protezione Civile iniziò a progettare la rete per il monitoraggio meteorologico. Proprio perché così antico, occorrerebbe valutare se dopo 18 anni non vi siano applicazioni più efficienti ma soprattutto meno impattanti, come più volte ribadito dal stesso Comitato. Benedetto sarebbe sembrato diffidente dalla relazione rilasciata in conferenza di servizio da parte dell’Arpab, in cui l’azienda regionale ritiene di ottenere un punto zero, da confrontare con dati rinvenuti dopo l’installazione del radar. Interviene il consigliere Rosa che chiede all’assessore quale sia la sua proposta, a questo punto. Benedetto essendo fermo su una posizione di indecisione ritiene sia utile innanzitutto individuare e interpellare i dirigenti della protezione civile che per primi vennero a conoscenza del progetto su monte Li Foj, confidando la difficoltà nel provare a conoscerne i nomi, indagando negli stessi uffici nei giorni passati. Ecco scendere in campo Lacorazza ritenendo che la questione radar stia bloccando i lavori della commissione e quindi propone un tavolo tecnico a cui dovrebbero partecipare tutte le parti per trovare una soluzione. Il Comitato vuol far sapere che “fu Lacorazza a proporre in terza commissione la discussione del tema ed ora, al terzo appuntamento, egli stesso ritiene che la questione causi perdite di tempo ai consiglieri regionali.” Il Comitato non si arrende e i sui rappresentanti saranno presenti anche al ‘tavolo tecnico’ con dipartimento ambiente, dipartimento infrastrutture, arpab, protezione civile ed enti locali. “Vogliamo arrivare fino in fondo alla faccenda e capire le ragioni di così tanta ambiguità” chiude il Comitato. Genovese, portavoce del comitato, chiede che vengano resi pubblici i dati in possesso all’arpab. Nel frattempo prendono parte ai giochi la Dottoressa Piemontese e l’Ingegner Grippa a nome del dipartimento ambiente, accettando la proposta del tavolo tecnico. Illustrate le modalità con cui si procede per valutare l’impatto ambientale, i due si accingono a difendersi proprio per la mancanza della valutazione d’impatto ambientale da parte dei loro uffici. Essi riterrebbero che fatte le dovute valutazioni sarebbe bastato uno screening ambientale, in proposito giudicherà il TAR il 7 dicembre. I toni si scaldano quando il consigliere Leggieri chiede le modalità con cui tali valutazioni andrebbero avanzate e poi se gli uffici si sono adoperati in tal senso. Sorgono divergenze ed accuse in aula che vedono l’ingegner Grippa chiudersi in un silenzio tombale e il consigliere Leggieri abbandonare momentaneamente l’aula. La terza commissione permanente si conclude con la voce del comitato che chiede perché non sia stata rispettata la normativa europea “Habitat” che assoggetta ad un’opportuna valutazione, VICA, i siti protetti come Monte Li foj. La storia non finisce qui, il Comitato continua il suo lavoro di difesa del proprio territorio”. (Comitato No Radar)

SULLA QUESTIONE RADAR INTERVIENE IL M5S BASILICATA: “RADAR? DUBBI SULLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE”
A seguito dell’audizione in III commissione dei componenti dell’Ufficio Compatibilità Ambientale, sentiamo il dovere di condividere quanto fino ad ora denunciato da comitati e cittadini. Sulla vicenda si è espresso il Consiglio di Stato (il Comune di Picerno non si è costituito), che ha annullato la sospensiva concessa dal Tar, ma che avrebbe ritenuto la rete nazionale dei Radar già perfettamente funzionante anche senza il nuovo Radar di Monte Li Foj. Si tratta di un radar meteorologico doppler per un progetto della Protezione Civile, che ha come obiettivo il monitoraggio dei fenomeni meteorologici nell’ambito di un programma nazionale per il potenziamento delle reti di osservazione dei fenomeni meteo-idro-pluviometrici. E’ da tempo che il Comitato ha intrapreso attività di protesta sul progetto evidenziandone l’inutilità e il forte impatto che lo stesso avrà, non solo sulla popolazione, ma anche sulla fauna che popola l’area. Le soluzioni sino ad ora proposte sono ritenute insufficienti e contrastanti tra loro: il sindaco di Picerno proponeva di delocalizzare l’impianto in prossimità dei ripetitori tv, ma la Protezione Civile ha paventato possibili interferenze di segnali. Tuttavia, dopo l’audizione in commissione,  siamo rimasti basiti dal comportamento assunto dal Dott. Grippa, ma soprattutto da quanto dichiarato dallo stesso e dall’ARPAB,  che avrebbe affermato di non essere in grado di fare una stima degli effetti e che avrebbe potuto solo effettuare misurazioni una volta installato il radar. L’impianto avrebbe un meccanismo che produce un impulso di 500 kw in un lasso di tempo pari a 2 microsecondi, una botta paragonabile ad uno schiaffone in faccia assestato con cadenza regolare. Il progetto, stando a quanto affermato dal Dott. Grippa, sarebbe stato sottoposto a valutazione di incidenza che, a suo dire, avrebbe una portata “limitata”. Quando gli abbiamo chiesto se era stata messa in campo qualche valutazione relativa ad eventuali danni da inquinamento elettromagnetico anche alla fauna che caratterizza l’ambiente interessato, il Dott. Grippa ha affermato che l’ufficio non ha rilevato questo tipo di dati, ma ha letteralmente evitato di rispondere alla domanda sul tipo di iniziative messe in campo per rilevare questi dati. Basta leggere gli indirizzi del Ministero dell’Ambiente in materia, i quali evidenziano come lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all’uso delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all’inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate; un’analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni ecologiche. Alla luce di quanto dichiarato (e non) ieri appare evidente che, se la Valutazione di Incidenza Ambientale non tiene conto dell’inquinamento (elettromagnetico in questo caso), è fatta in maniera difforme o non completa. Non possiamo non stigmatizzare quanto accaduto ieri: il funzionario dell’ufficio compatibilità ambientale si è rifiutato di rispondere alla domanda precisa, seria ed inequivocabile di un consigliere regionale che svolgeva la sua attività di commissario all’interno della commissione competente. Il nostro obiettivo non è quello di fare i carabinieri in maniera strumentale, bensì quello di vigilare affinchè gli uffici regionali svolgano in maniera corretta il loro operato nell’interesse della collettività. A guardare gli scempi presenti su tutto il territorio regionale, ammettiamo che la strada è lunga e il lavoro da fare è ancora molto.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

2 comments

  1. Rocco

    ed ecco arrivare i professionisti del NO…complimenti a tutti quelli che si oppongono ad un’opera utile alla salvaguardia della collettività per il gusto di poter dire di NO e per il “minimo” tornaconto politico che sperano di racimolare…
    La tutela del territorio passa anche dalla prevenzione del rischio, in questo caso il Radar serve a monitorare eventi meteorologici che potenzialmente potrebbero avere un impatto ben più grave, in un territorio molto ampio.
    Valutate le conseguenze di una mancata collocazione di tale struttura e non cavalcate o, peggio, fomentate le paure dei cittadini.

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