Festa di congedo per la preside Pinto: per lei ben 42 anni di servizio

13532815_1025864747527710_1091579271198156626_n[1]Dopo la cerimonia di pensionamento di due docenti in forza al plesso di San Fele, del 18/06/2016, il 27 giugno è stata la volta del Dirigente scolastico Anna Maria Filomena Pinto a completare la serie, dopo ben 42 anni di servizio, di cui 30 da insegnante elementare. Sono intervenuti alla “festa di congedo” alcuni suoi omologhi, parenti, amici, autorità civili e religiose, ma soprattutto il corpo docente al gran completo dei tre ordini di scuola (Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado di Rapone, Ruvo del Monte e San Fele, che lei ha diretto negli ultimi anni come reggente. Anche se risulta difficile per un sottoposto parlare, in un momento così conviviale, del proprio dirigente, ritengo sia cosa buona e giusta mettere in risalto i punti salienti dell’attività dirigenziale svolta dalla preside Pinto. Sicuramente attenta alle innovazioni, ha comunque dimostrato di non aver mai dimenticato il suo passato trentennale dall’altra parte della “barricata”, ossia come docente della Scuola Primaria, in un’epoca, ormai remota, in cui chi sedeva dietro una cattedra godeva di un prestigio sociale non comune alle altre categorie sociali, e chi dirigeva una scuola non era costretto a subire l’invadenza e la grettezza di una certa tipologia di genitori. Propensa all’empatia, il momento topico del suo incarico, il suo fiore all’occhiello, l’ha raggiunto nell’anno scolastico 2015-2016 appena concluso, allorquando, coinvolgendo l’assessore alla cultura, dr.ssa Raffaella Carlucci e il sindaco di San Fele, rag. Donato Sperduto, che hanno sposato l’idea dando l’okay, ha avuto l’encomiabile idea di “commissionare” al sottoscritto un progetto didattico-educativo a favore dei ragazzi minorenni non accompagnati (profughi dall’Africa e dall’Asia) ospitati nei centri di accoglienza “L’usignolo” e “B+B Del Monte” di San Fele dal giugno 2015. Una giusta intuizione umanitaria: un concreto gesto filantropico collettivo finalizzato ad interrompere il circolo vizioso della noia giovanile  e favorire, nel contempo, l’integrazione nella cultura italiana, che si è materializzata in un corso ad hoc di “Alfabetizzazione culturale in lingua italiana ed educazione alla cittadinanza per ragazzi diversamente … etnici” rivolto proprio a questo target di studenti: ragazzi di etnie e religioni diverse in fuga dal terrorismo, tortura, guerre, povertà, carestie etc. provenienti da terre lontane dell’Asia (Pakistan e Bangladesh, quest’ultima diventata  tristemente famosa, di recente) e Africa (scenario infernale dove spadroneggiano i famigerati Isis e Boko Haram). Il progetto, molto articolato e calibrato sulla disomogenea tipologia dei discenti, che ha visto somministrare la fonetica, la grammatica, la sintassi etc. italiane attraverso le metalingue  francese e inglese, principali lingue ufficiali di questi parlanti stranieri, ha fornito anche i rudimenti della lingua tedesca, per dare una chance in più a questi sventurati dei due continenti, che non si sono certo lasciati sfuggire l’occasione formativa offerta dalla preside Pinto, frequentando assiduamente e con profitto l’apposito corso intensivo da lei istituito presso il plesso scolastico di San Fele.   Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Articolo 33”  (N. 9-10, sett.- ott. 2015) il progetto didattico- culturale ha avuto risonanza nazionale e il “TG 3 Basilicata” non ha, quindi, potuto evitare di dedicargli la sua attenzione nel telegiornale delle 14:00 del 14/01/2016, dando di fatto una grande visibilità anche visiva (mi scuso della tautologia ad effetto) all’ottima iniziativa formativa,  terminata in data 9 giugno 2016 con la consegna degli appositi “attestati” spendibili per la prosecuzione degli studi o l’immissione nel mondo del lavoro. Ora, facendomi sincero  interprete del sentimento di riconoscenza di questi bravi ragazzi, poveri ma onesti, con i quali si era stabilito un feeling emotivo perfetto, dico insieme a loro, ancora una volta: Thank you very much et Merci beaucoup, madame Pinto!

prof. Domenico Calderone

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