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Fiore di Lucania e Inno alla Basilicata: ma qual è il problema? Che strani alcuni lucani..

Ma come, invece di esserne fieri? Ne parliamo pure male. Mah, che strano alcuni lucani (?!). A fine gennaio la pubblicazione dell’Inno della ruralità lucana, “Fiore di Lucania”, pezzo già bello ma “rivisitato” da diversi, e bravissimi, artisti lucani. Pochi giorni fa invece la pubblicazione di “Inno alla Basilicata”, cantato da Isabella Tortoriello, in arte Isa, vietrese, in una videoclip prodotta da alcuni giovani artisti, emergenti e bravi, anch’essi lucani. Sia chiaro, è il loro lavoro. Apriti cielo però quando ignoranza e voglia di stare al centro dell’attenzione si mettono insieme ed agiscono (non in tutti i casi, eh). Da premettere che migliaia sono i commenti positivi e migliaia sono i lucani che ascoltano le due canzoni. Le polemiche (chiamiamole così..anche se sono “picci”) non sono mancate. Sia per Fiore di Lucania che per Inno alla Basilicata. Sulla rete, quei pochi, hanno parlato e sparlottato (eh, lo fanno ancora, coraggiosi) sulle due canzoni, due videoclip di cui -secondo me- bisogna esserne fieri se lucani. Ho letto stati e commenti su Facebook ridicoli e senza senso. Contro l’inno della ruralità (la Basilicata è altro, ha scritto qualcuno) e contro l’inno alla Basilicata (non bastava Basilicata Coast ti Coast, ha scritto qualche altro intellettuale). Ma in quanti sanno che la Basilicata non ha ufficialmente nessun inno? (correggetemi se sbaglio) A me personalmente piace tantissimo la nuova versione di Fiore di Lucania: basta guardare le visualizzazioni sui social per trarre risultati. Così come piace tantissimo Inno alla Basilicata, anche in questo caso con tante visualizzazioni. Due cose diverse, sia chiaro. Ma l’ignoranza e la voglia di mettersi al centro dell’attenzione è sempre superiore al “saper ragionare”. Facciamo chiarezza, Fiore di Lucania è per il Gal Csr Marmo Melandro (che ha ideato il progetto) l’inno della ruralità, perchè racchiude in sè il mondo rurale sia nelle musiche che nel testo. Inno alla Basilicata è una canzone, un omaggio alla propria terra, come quello della ruralità. Non è l’inno DELLA Basilicata, ma l’inno ALLA Basilicata. Ah quanta pazienza. Poi ci sono quelli che dicono: “Ma non bastava Brigante se more e Basilicata Coast to Coast”. Ma a questi dico: “Ma che ve ne frega?”. Cioè se dei musicisti, degli artisti vogliono scrivere, cantare, urlare, l’amore per la propria terra, promuoverla cantando o stando a tavola, o su una montagna, ma a voi cosa non sta bene? Non possono farlo? Forse ancora non è chiaro che sono due canzoni, ribadisco splendide, ma non due inni della Basilicata. Anzi, l’augurio è che diventano entrambi tali. Ma quante inutili chiacchiere. Poi ci sono quelli che dicono che l’inno non è buono perchè non viene citato il paese di appartenenza o perchè non hanno fatto vedere la Chiesa o la montagna del proprio paese. Ma si può davvero ragionare così? Come se i problemi della Basilicata fossero queste due canzoni, queste due splendidi canzoni con tanto di videoclip. Penso -onestamente- che queste persone, giovani e meno giovani, debbano essere solamente ringraziate. Perchè se su YouTube qualcuno scrive “Basilicata” escono queste due canzoni. Perchè se qualche lucano vive fuori e vuole “ascoltare” la sua terra potrà farlo. Perchè semplicemente queste due canzoni sono la Basilicata, rappresentano la Basilicata, promuovono la Basilicata. Sono apprezzate ovunque, basta vedere la provenienza delle centinaia di commenti e migliaia di condivisioni. Poi va bene il fatto che a molti non possa piacere il testo, la performance o l’artista, beh pazienza. Ma è chiaro che ci sono sempre quei pochi (per fortuna davvero pochi) che ne parlano male a prescindere (magari senza ascoltare le due canzoni) che non capiscono il senso, che sparlano a vanvera. O che magari si espongono pubblicamente scrivendo sciocchezze pur di avere notorietà. Per fortuna una notorietà di qualche minuto, perchè basta ascoltare, guardare i video, cantare, ballare con questa musica per comprendere che “Fiore di Lucania” e “Inno alla Basilicata” sono semplicemente due opere d’arte. Che la Lucania deve conservare gelosamente e cantare il più possibile. Ah a proposito, ascoltatele, condividetele sui social. Eccole qui: Fiore di Lucania Inno alla Basilicata

a cura di Claudio Buono