“Le battaglie in tema di diritti non hanno colore politico”: Giosa (Arcigay Basilicata) interviene dopo mozione presentata dal consigliere Polese

In questi ultimi giorni ne abbiamo ascoltate e lette davvero di tutti i colori, li chiamerei “deliri di mezza estate”, i tuttologi e i professionisti delle “non notizie”, hanno dato davvero il loro meglio. Tutto è cominciato dalla mozione del Consigliere Polese arrivata all’attenzione dell’intero consiglio regionale, una mozione che parla di cose concrete, che cerca di rispondere a bisogni (anche se di una minima parte) reali di un pezzo di società lucana, mai prima d’ora rappresentati nelle istituzioni. Si chiede alla Regione Basilicata di predisporre tutti gli atti amministrativi per l’adesione alla Ret11259121_10204505896229142_7549986952918345953_ne RE.A.DY delle pubbliche amministrazioni (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere nata nel 2006). Naturalmente i tuttologi si sono scatenati, sia sui social che sulla carta stampata, creando confusione e strumentalizzazioni che fanno solo male alla nostra terra. Ad un certo punto si è divulgata la notizia che in Commissione Statuto era stata avanzata la proposta di inserire nel redigendo Statuto Regionale le “quote arcobaleno”, facendo così credere che tale proposta provenisse dal mondo LGBT e precisamente per conto di Arcigay Basilicata, nulla di più falso! Arcigay non ha mai avanzato una proposta simile e ne prende le distanze da chiunque abbia potuto farlo. Credo che certa stampa e rappresentanti politici regionali di una ben definita parte politica, prima di lasciarsi andare a  titoloni o a esternazioni qualunquiste, debbano almeno avere il buon senso di sentire i diretti interessati per una corretta informazione, senza dare nulla per scontato. Per giunta, insinuando che vicino ad Arcigay Basilicata ci siano precisi personaggi politici provenienti da precisi ambienti politici. Le battaglie in tema di “diritti” non hanno colore politico, nel pieno rispetto dell’Art. 3 della Costituzione e di uno stato laico a cui tutti ci sentiamo di appartenere. La politica tutta è chiamata ad impegnarsi per costruire una Basilicata dei diritti. Sono profondamente dispiaciuta, amareggiata e delusa, ma non per le falsità che pure feriscono, ma soprattutto per la mancanza d’attenzione che si da ai temi, in questa nostra terra meravigliosa per tanti aspetti ma per altri amara e spesso superficiale si tende sempre a buttarla in cagnara, a minimizzare soprattutto temi di cui non se ne ha conoscenza. Mi piacerebbe se, parlando di nuovo statuto regionale si riuscisse a focalizzare l’attenzione sulla “democrazia paritaria” con riguardo alla vita sociale, culturale, economica e politica, su “rappresentanza di genere”, un vuoto abnorme che non si ha la volontà di colmare e che negli ultimi anni ha prodotto due consiliature regionali con ZERO donne elette; e non su proposte fantasiose. Si potrebbe parlare ad esempio, sempre per il nuovo statuto di  considerare oltre alla violenza di genere (violenza alle donne) anche quella perpetrata per diverso orientamento sessuale (per poter in seguito pensare ad una legge regionale contro omofobia). La tutela e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori soprattutto contro le molestie sessuali e la violenza psicologica dovuta anche  al diverso orientamento sessuale sul luogo di lavoro.  L’art. 117, comma 7 Cost. demanda alla regione il compito di promuovere e di verificare il rispetto delle politiche di genere e la Commissione pari opportunità, rappresenti il punto di riferimento, il centro dell’attività di controllo, ma anche l’organo di garanzia ai fini dell’attuazione e dell’osservanza di tali politiche. L’individuazione di attività di promozione, che introducono politiche di genere, un sistema regionale di monitoraggio della dimensione di genere ed Osservatori regionali ad hoc diretti a prevenire discriminazioni determinate dal genere o da un diverso orientamento sessuale attraverso la formazione del personale regionale. Ecco! E’ di questo che si dovrebbe parlare e su cui dovremmo confrontarci, e invece si scade sempre più spesso in ragionamenti svilenti e pregni di pochezza, che servono solo ad annichilire le menti e ad annientare il duro lavoro che molte e molti lucani portano avanti in silenzio, impegnandosi nei vari ambiti della società lucana. In conclusione, mi sento davvero di fare una richiesta a tutte e tutti, lavoriamo davvero per un vero riscatto di questa terra che tutti noi abbiamo scelto di abitare, una terra con tante contraddizioni, ma che non può dimenticare la dignità dell’intero popolo che la abita, non può dimenticare il tema della giustizia sociale, e non si possono dimenticare le tante iniquità presenti.

Antonella Giosa
vice-presidente ArciGay Basilicata

 

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