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Ferrone (IdV, Bella): “Respingere il ricatto del Ministero sull’estrazione degli 80mila al giorno”

Carmine Ferrone, assessore al Comune di Bella e dirigente regionale Italia dei Valori

Carmine Ferrone, assessore al Comune di Bella e dirigente regionale Italia dei Valori

 “Il messaggio di Franco Terlizzese, direttore generale risorse minerarie ed energetiche del Mise, in occasione della fermata del Cova di Viggiano, ha il significato di un “ricatto”: “se non si sbloccheranno le nuove autorizzazioni ad estrarre il ritorno degli 80mila barili al giorno pre-fermata non si potrà mantenere e quindi le royalties per la Basilicata si ridurranno al netto del calo della quotazione del greggio”. E’ un “diktat” che non possiamo tollerare”. Ad affermarlo è  l’assessore al Comune di Bella e dirigente regionale di Italia dei Valori Carmine Ferrone per il quale “la mobilitazione dei Comuni come quelli del Marmo-Melandro, della Val d’Agri, del Vulture-Alto Bradano e del Sauro, attivi da tempo, deve perciò intensificarsi, proprio come faremo in questi giorni a Bella, chiamando le popolazioni a tenere gli occhi ben aperti, tenendo ben informata la cittadinanza su quanto sta accadendo. La Giunta e il Consiglio Regionali – aggiunge – sono chiamati a vigilare in questa fase non solo perché le operazioni di fermata dell’impianto Eni di Viggiano si  svolgano nella massima sicurezza per gli abitanti, per le attività agricole e produttive, l’ambiente. La Regione non può subire il diktat da parte del dirigente di un Ministero dello Stato che veste i panni di difensore degli interessi delle compagnie petrolifere e quindi chiediamo a Pittella di tenere ferma la linea di contrarietà a nuove autorizzazioni di ricerca ed estrazione di idrocarburi, ribadita di recente in Consiglio con la Legge di Stabilità 2015, fino a quando non ci saranno modifiche nell’atteggiamento del Governo Renzi e delle compagnie. Noi – continua Ferrone – siamo dalla parte delle comunità locali e in primo luogo degli agricoltori che fanno salti mortali per non abbandonare terreni, aziende e stalle. il futuro della Basilicata e ancor più del comparto agricolo-zootecnico sono compromessi a causa dei progetti di una estrazione selvaggia del petrolio. In spregio ad ogni rispetto dei diritti e dell’ambiente, di piani ambientali per il futuro, il territorio lucano rischia di essere mortificato. L’impatto delle attività estrattive, difatti, è pesante sull’agricoltura ma anche sugli aspetti sociali e sanitari. Inoltre, dal 2000 manca una seria indagine epidemiologica. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente esortato le regioni ad attuare un monitoraggio più severo. Per noi di Idv la difesa dell’agricoltura e del territorio – continua Ferrone – è un principio irrinunciabile al punto che abbiamo deciso il ricorso alla Corte di Strasburgo per i Diritti dell’Uomo ravvisando gravi violazioni dei diritti essenziali dell’uomo. I problemi di incostituzionalità degli art.37 e 38 vanno sostenuti “senza se e senza ma” in tutte le sedi istituzionali oltre che portati in piazza. Il Governatore – conclude – può contare sulla posizione di tantissimi Consigli Comunali come quello di Bella perché viene prima il bene delle nostre comunità locali, di attività agricole e zootecniche che a grandi sacrifici garantiscono la qualità e genuinità di produzioni lattiero-casearie e alimentari. Non possiamo permettere la ricerca di petrolio davanti le aziende rurali del nostro territorio”.    

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