“Agricoltura lucana allo stato di degrado”: per protesta da oggi sciopero della fame di Manfredelli

Nicola Manfredelli, presidente dell'UCI Basilicata

Nicola Manfredelli, presidente dell’UCI Basilicata

“Non è più sopportabile lo stato di degrado a cui è sottoposta l’agricoltura lucana, a partire dalle vessazioni a cui sono sottoposti gli operatori del settore da parte della burocrazia degli Uffici regionali e dei tanti Enti e Società collegati e convenzionati alla Regione, fino ad arrivare alle scelte di programmazione imposte e calate dall’alto a vantaggio esclusivamente delle sovrastrutture parassitarie e clientelari che gravano sul comparto primario”. Nicola Manfredelli, direttore del Gal CSR Marmo Melandro e Presidente del’Unione Coltivatori Italiana, rompendo ogni indugio annuncia l’avvio della vertenza agricola “Rispetto e Serietà” per ridare piena dignità ad un settore mortificato e penalizzato dalla politica e dalle istituzioni.  A partire da domani, per protestare contro uno stato di cose intollerabile, senza nessun rispetto e certezza per il mondo agricolo, considerato come una prateria dove possono impunemente scorazzare funzionari e burocrati che producono più danni di quanti non ne causano cinghiali, lupi ed altri animali, Manfredelli inizierà uno sciopero della fame che lo porterà ogni giorno, durante l’ora dei pasti, a sostare per un’ora, dalle 13,30 alle 14,30, alternativamente davanti alla sede della Giunta, del Dipartimento Agricoltura e del Consiglio Regionale. “Non mi ciberò – dichiara Manfredelli – per solidarietà nei confronti di quanti sono ridotti alla fame e per protesta verso quanti si sfamano alle spalle di chi si sacrifica per tirare avanti la carretta ”. L’iniziativa andrà avanti fin quando la Regione non prenderà provvedimenti adeguati e seri  nei confronti dell’ex Arbea e delle società a cui viene affidato il controllo e l’erogazione dei contributi e dei sostegni alle attività e agli investimenti in agricoltura. Finora, denuncia il responsabile dell’Uci, sono state fatte solo chiacchiere, sia sul riordino degli Enti che sullo snellimento e la correttezza delle procedure burocratiche adottate, che finiscono per diventare una vera e propria odissea per chi si trova alle prese con comportamenti improntati alla improvvisazione e alla discrezionalità.Nessuno degli orientamenti e delle precauzioni indicate dal Ministero dell’Agricoltura per non sottoporre gli addetti agricoli a controlli che non sono controlli, viene rispettato dall’operato dell’ex Arbea e di altre società come Agriconsulting, a partire dalle correttezza delle prescrizioni e dall’utilizzo dell’istituto della diffida, prima di procedere alle mancate erogazioni e alle multe che vengono comminate ai beneficiari. La farraginosità e le lungaggini che continuano a registrarsi non sono in alcun modo compatibili con l’entità delle risorse pubbliche impegnate nelle attività burocratiche. “In Basilicata, denuncia Manfredelli, si è giunti al paradosso che i costi degli apparati burocratici in alcuni casi sono superiori agli stessi investimenti di cui devono occuparsi”. Basti pensare che nonostante il costo del personale dell’ex Arbea ammonti a circa dieci milioni di euri uci-07011013110762all’anno, per svolgere le attività affidate a tale organismo si fa puntualmente ricorso a convenzioni e incarichi con società esterne, per centinaia di migliaia di euri sottratti all’agricoltura produttiva. Si crea così un circuito perverso di intrecci poco chiari che trova riscontro anche negli incarichi delle società, sempre le stesse, cui sono state affidate, poco opportunamente, per non dire altro, le valutazioni per redigere il PSR Basilicata per il 2014-2020”, senza tener conto delle incompatibilità dirette e indirette e di eventuali interessi in altre attività lucrative in delicati settori di importanza fondamentale per la popolazione. In sostanza, siamo di fronte ad una sorta di sovietizzazione dell’agricoltura lucana, appesantita e frenata da un apparato improduttivo che assorbe enorme risorse per se stesso ma a danno degli operatori, più o meno come una macchina che consuma molto carburante per stare ferma, e che se cammina, finisce per investire chi incrocia sulla propria strada. L’esempio è anche quello dei Leader, dipinti come strumenti inutili, mentre in realtà si sta facendo di tutto per impedirne il loro funzionamento in modo da riportare tutto il capitolo della promozione e della valorizzazione delle risorse locali  in capo alle strutture pubbliche regionali, spoliando così ulteriormente il territorio, privandolo anche del diritto a potersi autodeterminare”. Il rilancio dell’agricoltura, che è decisivo per l’economia e la società lucana, richiede di porre mano con la massima urgenza alle questioni concrete che gravano sul settore e che non possono essere affrontate con la riproposizione degli stantii slogan ripetuti nei convegni e con le lezioncine da palazzo. La Regione, per prima, deve rispettare e favorire lo sviluppo dell’agricoltura, riconoscendone il valore e l’importanza e assicurando la piena dignità di chi opera nel settore”.  Manfredelli ha reso noto di aver inviato una nota al Presidente della Regione, Marcello Pittella e all’Assessore all’Agricoltura, Michele Ottati, per informarli dell’iniziativa intrapresa e per chiedere di assumere i provvedimenti necessari ed utili per ridare serenità e prospettive positive al mondo agricolo lucano.

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